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14/09/2015

I 'sette peccati capitali' di Sarri

I 'sette peccati capitali' di Sarri

Poteva essere l'anno delle grandi cessioni, e invece il presidente De Laurentiis con encomiabile sforzo non solo ha confermato tutti i big, ma ha anche riportato a Napoli un super portiere come Reina e ha investito svariati milioni di euro nella sessione estiva di calciomercato. A fronte di tutte queste premesse, e di fronte ad un calendario sulla carta molto favorevole, sarebbe stata necessaria una partenza a tutto gas, per compattare l'ambiante e restituire sorriso ed entusiasmo ad una tifoseria sempre più delusa da questa squadra che continua a essere sopraffatta da avversarie meno quotate. Qualche acquisto sbagliato (Giuntoli non è parso pronto per una piazza così importante, sarebbe stato opportuno forse puntare su un direttore sportivo di maggiore esperienza) e qualche acquisto 'mancato' non possono e non devono essere alibi per Sarri che è ovviamente il primo responsabile dei risultati negativi del Napoli. Questi i 'sette peccati capitali' a nostro avviso imputabili al tecnico:
1) Preparazione atletica - Il Napoli è in clamoroso ritardo rispetto alle altre squadre fin qui affrontate, e in particolare alcuni elementi che per caratteristiche fisiche dovrebbero essere già in forma, faticano ancora a trovare il ritmo partita
2) Mentalità - Ogni avversario va rispettato, ma Sarri deve ricordare di sedere sulla panchina del Napoli. Parlare di una squadra che tra tre anni giocherà come l'Empoli significa dimenticare che gli azzurri negli ultimi anni sono sempre stati al vertice della classifica.
3) Tattica - Il 4-3-1-2 che dovrebbe assicurare equilibrio alla squadra in realtà non assicura adeguata copertura alla difesa e toglie imprevedibilità alla manovra offensiva, che si sviluppa solo per vie centrali. La linea difensiva altissima è un rischio che con difensori lenti come Albiol e Chirichies non si dovrebbe correre.
4) Calciatori fuori ruolo:  Hysaj terzino sinistro e Insigne trequartista sono sono i due esempi più lampanti del cattivo utilizzo di giocatori che, se impiegati nella posizione più congeniale alle loro caratteristiche, potrebbero sicuramente fare meglio.
5) Sacrificio degli attaccanti - Con questo schema, uno solo tra Mertens, Callejon e Gabbiadini può trovare spazio al fianco del Pipita. Il belga e lo spagnolo, tra l'altro, non sono seconde punte e rientrano, quando impiegati, nel novero dei 'fuori ruolo' di cui al punto 4.
6) Sostituzioni:  tardive quasi sempre, talvolta incomprensibili come contro la Sampdoria. In panchina non mancano alternative importanti per cambiare a partita in corso ma Sarri sembra quasi dimenticarsene
7) Comunicazione: la continua ricerca di alibi, un tono quasi infastidito di fronte a domande 'di campo', qualche accusa nemmeno tanto velata alla società (se non arriva un centrocampista giocheremo con Dezi) e ai calciatori (Ghoulam che non avrebbe capito gli schemi difensivi, Albiol colpevole contro la Sampdoria, Gabbiadini 'molle'.. etc. etc). Le conferenze stampa di Sarri, insomma, lasciano quasi sempre attoniti molti dei presenti... 

Donatello Giannetti

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