26/02/2024
L'analisi del giorno dopo: Napoli, un pareggio figlio di errori ed egoismi

Ci sono diversi modi e spiegazioni per commentare il pareggio del Napoli a Cagliari. Ognuno scelga quello che preferisce perchè i colpevoli sono tanti. Partendo dal 96' e andando a ritroso, sul banco degli imputati dovrebbero salire un po' tutti; primi ovviamente i giocatori: contro una squadra ormai alle corde e senza più energie, regalare una rete, quel tipo di rete, è delittuoso. E questo aspetto riguarda in primo luogo l'errore marchiano di Juan Jesus che ha sulla coscienza la conclusione di Luvumbo, nonostante l'attaccante fosse infortunato e con una sola gamba. Ma non meno colpevoli sono Politano e Simeone che, pochi minuti prima, sono stati egoisti e hanno preferito tirare invece di servire un compagno piazzato meglio. Egoismo che si è tradotto poi nel pareggio del Cagliari come vuole la prima legge non scritta del calcio: gol sbagliato/i gol subito.
Egoismo che ha fatto capire che il Napoli non è più una squadra, non gioca da squadra e sta mortificando la maglia che indossa col tricolore sul petto. Sono in pochi quelli che si potrebbero assolvere ieri: Raspadori e Osimhen forse sono gli unici e non solo perchè hanno confezionato la rete del vantaggio ma perchè hanno realmente giocato per il bene collettivo. Scorrendo la lista degli imputati ci sarebbe da arrivare al tecnico Calzona (forse il meno colpevole) e da alcune scelte comunque poco comprensibili: Ostigard, inserito nel finale al posto di Mazzocchi (male la sua gara) e non invece per Juan Jesus che qualche minuto prima aveva fatto capire di non stare al meglio. Dovendo fare una scelta, e non avendo esterni di ruolo, vista l'assenza di Di Lorenzo, sarebbe stato preferibile cambiare il centrale che occupa una posizione più rischiosa. Se poi vogliamo andare ancora più indietro, e al cuore del problema, allora non si può non chiamare in causa l'operato della società: non si capisce perchè nello scorso mercato, vista la fragilità palesata dal reparto difensivo, non si siano colmate le lacune. Difensore centrale e mezzala erano i ruoli più scoperti e invece sono arrivati 4 giocatori di cui non si discute il valore, ma sicuramente meno funzionali rispetto a ciò che serviva. Insomma se le speranze europee del Napoli dovevano ricominciare da Cagliari, si può concludere che sull'isola sono tramontati sogni e desideri.
Perchè anche dopo un primo tempo negativo, soffrendo il gioco duro dei sardi e con solo una conclusione fatta (Raspadori), era abbastanza chiaro che, col passare dei minuti, il Cagliari avrebbe calato la sua intensità e sarebbero venuti fuori i maggiori valori tecnici degli azzurri. Segnata la rete del vantaggio, il più era fatto e gestire la situazione, per una squadra abituata a più del 70% di possesso palla, era un gioco da ragazzi. Purtroppo però ieri il Napoli non era una squadra ma un gruppo di egoisti improvvisati e con queste caratteristiche non si fanno mai risultati.
Antonio Procopio

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