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05/02/2024

L’analisi del giorno dopo: Napoli, adesso serve coraggio e cambiare

L’analisi del giorno dopo: Napoli, adesso serve coraggio e cambiare

La vittoria del cambiamento e grazie ai cambi. Potrebbe essere questo lo spot del successo degli azzurri contro il Verona. Cambiamento sperando che, proprio grazie al successo contro gli scaligeri, sia cambiato il vento in questo campionato finora insufficiente. E cambiamento soprattutto perché la vittoria è arrivata grazie alle sostituzioni che Mazzarri. La gara ha visto un Napoli buono per intensità ed occasioni nel primo tempo. Kvaratskhelia era in giornata e solo un grande Montipò gli ha negato il gol in più di una circostanza. Nella ripresa invece si è assistito ad una inspiegabile involuzione: col passare dei minuti il Verona ha preso campo, alzato il baricentro e si è fatto vedere dalle parti di Gollini. Ancora una indecisione sulle palle alte (ma sono stati diversi i cross in cui la difesa azzurra è rimasta a guardare) per il vantaggio ospite. Mazzarri, che aveva sostituito Mario Rui (opaca la sua prova) con Mazzocchi, ha lanciato Ngonge e Lindstrom per Politano e Cajuste. Due cambi indovinati sotto tutti i fronti. In primo luogo perché i due uscenti erano apparsi decisamente sottotono e poi perché la voglia di emergere dei nuovi entrati ha prodotto azioni fino alla rete del pareggio con il gol dell’ex.

Infine la gemma di Kvaratskhelia, migliore in campo per distacco, ha regalato i tre punti quasi allo scadere. Ma occorre dire che il georgiano, spostato dietro la prima punta, ha finalmente potuto dimostrare il suo valore ed essere decisivo proprio grazie al cambio di posizione. In conclusione sembra ormai chiaro che, vista la precarietà del centrocampo azzurro, con Zielinski ormai ai margini della squadra e considerando la poca qualità di Cajuste nel giocare da mezzala, Mazzarri abbia due vie da poter imboccare nel prosieguo della stagione: o provare a inserire in un centrocampo a tre Traorè, che sta gradatamente recuperando la migliore condizione atletica, oppure passare ad un 4-2-3-1 con Lobotka e Anguissa davanti la difesa e Kvaratskhelia dietro la punta dando spazio sugli esterni a due tra Politano, Ngonge e Lindstrom. Una scelta pericolosa quanto coraggiosa: si rischierebbe di perdere qualche partita magari con le big ma probabilmente farebbe fare tante vittorie con le piccole squadre. Perché non si può pensare di vincere sempre in questo modo
come lo si è fatto con Salernitana e Verona nel convulso finale: se ci si rende conto che non ci sono troppe alternative si comprende che cambiare è l’unica strada per provare a risorgere.

Antonio Procopio

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