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04/12/2023

L’analisi del giorno dopo: Napoli al tappeto tra errori e sfortuna

L’analisi del giorno dopo: Napoli al tappeto tra errori e sfortuna

Un risultato pesante, pesantissimo, decisamente eccessivo per quanto visto in campo. Il 3-0 col quale il Napoli ha perso contro l’Inter ha diverse spiegazioni e sarebbe miope fare passare la pesante battuta d’arresto solo per i palesi errori dell’arbitro Massa che sicuramente ha condizionato la partita. Il primo dato che è importante prendere in considerazione è la data dell’ultima vittoria casalinga: era il 27 settembre contro l’Udinese, oltre due mesi fa. Non è possibile che una squadra con lo scudetto sul petto non vinca per due mesi in casa e che perda cinque partite su nove, un ruolino da retrocessione. I problemi emersi nella gestione Garcia non potevano essere eliminati con un colpo di spugna e la cura Mazzarri ovviamente non poteva dare risultati immediati, ma ci sono comunque degli elementi da tenere in considerazione. Contro l’Inter si sapeva fosse una gara complicata e il campo ha tenuto fede alle aspettative. Nel primo tempo il Napoli ha provato a fare la partita, provato non fatto attenzione, ma comunque era riuscito a rendersi pericoloso e arginato bene gli avversari. La traversa colpita da Politano non ha aiutato gli azzurri, fino allo scadere del tempo col gran gol di Calhanoglu preceduto dal fallo di Lautaro su Lobotka non sanzionato dall’arbitro Massa. L’impressione a fine tempo era che il Napoli avesse speso tanto e che l’Inter invece viaggiasse a filo di gas pronta ad accelerare e piazzare il colpo quando si sarebbero aperti i varchi giusti.

Ed infatti nella ripresa, tranne l’occasione di Kvara che ha esaltato un Sommer sontuoso, seguita al contatto su Osimhen, il Napoli non aveva più energie per contrastare la squadra di Inzaghi. Il rimpallo con cui si è aperta l’azione del secondo gol dell’Inter la dice lunga sul tipo di serata vissuta. Se andiamo ad analizzare la gara sotto il profilo tattico c’è da fare una considerazione basilare: il Napoli sembra essere tornato indietro di anni, marcature esasperate che tendono a mortificare la qualità del centrocampo che non ha la struttura fisica per inseguire gli avversari a tutto campo, specie se si tratta di giocatori molto fisici quali quelli dell’Inter. E’ questo il dato più preoccupante perché si sta trasformando un calcio di fraseggio e qualità in una manovra di quantità: un cambiamento sostanziale e dannoso perché non in linea con le caratteristiche della squadra. Andando ad analizzare i singoli reparti la difesa nonostante le tre reti subite è sembrata più sicura con Ostigard in mezzo; Natan dirottato a sinistra non ha convinto; il brasiliano ha l’attenuante di non essere un esterno di ruolo ma almeno fino alla sosta natalizia Mazzarri dovrà trovare soluzioni adattate visti gli infortuni dei due terzini di ruolo. In mezzo al campo Elmas è stato l’unico che ha convinto e non solo per la gran conclusione a inizio gara. Dinamico e voglioso il macedone forse merita più spazio in futuro.

Davanti Osimhen, al rientro dal 1’, si è battuto con la solita vigoria fisica ma è ancora lontano dalla sua condizione migliore dopo il lungo infortunio. Non male Politano, ancora poco incisivo Kvara. In classifica a 11 lunghezze dall’Inter non è un azzardo dire che ieri sera il Napoli ha deposto (a dicembre) l’idea dello scudetto. Quarto in classifica a pari merito con la Roma adesso, come detto anche dal capitano Di Lorenzo, occorrerà guardare partita dopo partita e provare a portare a casa un piazzamento in Champions League. E venerdì si va a fare visita alla Juventus, sembra sia passato un secolo dal gran gol di Raspadori dello scorso 23 aprile…

Antonio Procopio

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