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09/10/2023

L’analisi del giorno dopo. Napoli a picco, Garcia quanti errori

L’analisi del giorno dopo. Napoli a picco, Garcia quanti errori

Involuzione, preoccupante. E per diversi motivi. La sconfitta del Napoli con la Fiorentina non è più un pericoloso campanello d’allarme ma una certezza che sancisce che la squadra dominatrice della scorsa stagione è lontana parente di quella vista annaspare ieri sera contro un’ottima Fiorentina. Andiamo per gradi: se è vero che tre indizi fanno una prova allora dopo dieci 10 giornate tra campionato e coppa non c’è alcun dubbio che i punti negativi siano diversi. Le tre sconfitte con Lazio, Real Madrid e Fiorentina dicono che quando il Napoli ha affrontato squadre di caratura superiore ha sempre perso. Due pareggi in trasferta con Genoa e Bologna e cinque vittorie con le formazioni di livello basso. Non è un giudizio definitivo, ovviamente, visto che non sono trascorsi nemmeno due mesi, ma può dirsi sicuramente attendibile. Se poi il discorso si sposta sotto il profilo del gioco le cose non migliorano: la squadra anche ieri sera è stata bassa e in balia degli avversari che hanno dimostrato di avere una precisa identità di gioco.

Pressing alto, qualche rischio preso ma la consapevolezza di voler essere propositivi. Per una serata al “Maradona” si è rivisto il calcio di Spalletti solo che a giocarlo non era il Napoli ma la formazione di Italiano. Qualche partita buona aveva illuso l’ambiente: d’altra parte se il gioco non è mai stato nelle corde di Garcia sembrava difficile che il tecnico francese potesse dare quella continuità invocata dalla società per raccogliere la pesante eredità del suo predecessore. Lettura delle partite: aspetto per alcuni versi secondario ma che chiarisce in maniera ancor più evidente gli errori che il tecnico ha commesso finora; per sua stessa ammissione a fine gara Garcia ha riconosciuto che la sua squadra faticava nella costruzione dal basso: con questa premessa è sembrata cervellotica la sostituzione dell’infortunato Anguissa con Raspadori.

E’ vero che il Napoli stava perdendo ma in fase di costruzione forse sarebbe stato più opportuno inserire un centrocampista (Elmas per fare un esempio) piuttosto che adattare un attaccante, volenteroso sì, ma non di ruolo. E quando nella ripresa la Fiorentina si è resa pericolosa il tecnico ha provato a mettere un correttivo bilanciando la squadra. L’ingresso di Cajuste ha comportato l’uscita di Politano (che ovviamente non ha gradito) ma che di fatto era il giocatore più idoneo a portare palla e inserirsi negli spazi lasciati dalla Fiorentina. E tranne un’occasione mancata da Osimhen, frutto di un errato disimpegno della difesa avversaria, il Napoli ha palesato confusione e mancanza di idee. Vedere Kvara, Zielinski e Lobotka annaspare dopo che per un anno hanno dettato legge non può che ricondurre all’errato utilizzo di un gruppo che è più o meno lo stesso dell’anno scorso. I paragoni non si dovrebbero fare, è vero, ma questa squadra si può concludere che non ha nulla in comune con la precedente. Misteri del calcio? Non tanto misteri…

Antonio Procopio

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