03/09/2023
L’analisi del giorno dopo. Napoli dai due volti, Garcia cerchi rimedi

Difficile commentare una partita così diversa tra primo e secondo tempo. Il Napoli nei primi 45’ ha dominato la Lazio a cui ha concesso quasi nulla, ma ha sprecato tanto, troppo. Nel secondo tempo invece la situazione si è ribaltata con gli avversari che hanno trovato il gol e da quel momento hanno preso in mano le redini della partita. Il Napoli di fatto è uscito dal campo e, tranne qualche episodica occasione, non ha giocato. Si è arrivati così al 2-1 finale con un Napoli sulle ginocchia come un pugile suonato che non aveva più forze per combattere. Ecco, la cosa che deve preoccupare maggiormente è in primo luogo la condizione atletica apparsa preoccupante. Sul banco degli imputati il centrocampo che è mancato molto. Sembra ormai chiaro che se Anguissa non sia sui suoi livelli il Napoli, perda riferimenti. Meno lucidi anche Lobotka e Zielinski che, nonostante la rete segnata, ha sulla coscienza la palla persa in occasione della seconda rete subita. Serata storta anche per l’attacco con Osimhen nervoso e poco preciso e così la Lazio ha fatto il classico figurone senza fare più di tanto.
Sarri ha di fatto operato una gabbia sul centravanti azzurro sguarnendo di fatto le fasce. Kvara e Politano godevano di molto spazio ma tutte le occasioni create non sono state finalizzate. Emblematica quella capitata a Lobotka a fine primo tempo con lo slovacco che, dopo aver rubato palla al limite dell’area, a due passi dalla porta ha cercato un passaggio invece di tirare in porta. Quando poi, nella ripresa, Kamada ha trovato l’angolo alla sinistra di Meret ci si aspettava una reazione così come si era vista nel primo tempo dopo la rete di Luis Alberto (geniale il suo colpo di tacco).
Invece nulla, calma piatta, zero assoluto. Chi immaginava potesse entrare nuova linfa in mezzo com Elmas e Cajuste è rimasto deluso con Garcia che ha invece inserito Raspadori per Kvaratsckhelia (buona la sua prova), Mario Rui per Olivera e infine Simeone e Lindstrom come mosse della disperazione (fuori Politano e Zielinski) dando un assetto molto offensivo e di fatto sguarnendo un centrocampo già lento e incapace di costruire.
Da lì si sono visti solo inutili e improduttivi lanci lunghi nella speranza che Osimhen trovasse un rimedio. Un passo indietro, preoccupante più che per la sconfitta per l’incapacità di porre rimedio di fronte all’emergere delle prime difficoltà. È ancora l’inizio della stagione ma il tecnico comprenda subito gli errori per non mostrare ancora una prestazione dai due volti.
Antonio Procopio

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