03/04/2018
Libri: ‘Chiamami col tuo nome’, di André Aciman

Il titolo rimanda in tempi recenti ad un film che nel 2018 ottiene quattro candidature agli Oscar e tre ai Golden Globe. ‘Chiamami col tuo nome’, per la regia di Luca Guadagnino, però si ispira ad una storia scritta anni prima nell’omonimo libro di André Aciman, scrittore statunitense di grande successo.
È il 1987 e l’estate regna sulla riviera ligure dove si incontrano due ragazzi, prima amici, poi innamorati. È un romanzo che pagina a pagina si carica di emozione e accompagna il lettore alla scoperta di questo amore, che solo in apparenza è lento a nascere, o meglio, ad essere scoperto e coltivato. Protagonisti sono Elio Perlman, adolescente ebreo, musicista dalla personalità molto sensibile, con un animo raro da trovare trai suoi coetanei. Il padre è un affermato professore universitario che durante le vacanze ospita in casa uno studente impegnato a preparare la tesi di dottorato. Si tratta di Oliver, un ventiquattrenne ebreo che ammalia con la sua simpatia chiunque abbia intorno. Elio dal primo loro incontro è sicuro dei propri sentimenti; è certo di non averli provati prima, non riesce ad esprimerlo ma cerca continuamente un contatto con l’altro ragazzo. Iniziano a susseguirsi allora brevi incontri dolci di una sempre meno timida passione, animati da grandi atti di gentilezza che ben presto rendono chiaro anche a Oliver la natura di certe sensazioni fortissime che prova. I due non sono amici, il loro un grande amore che vive attimi indimenticabili specialmente quando Oliver sta per tornare negli Stati Uniti e attende di partire a Roma con la compagnia del suo nuovo amore. Ma il tempo li divide a lungo, tra un incontro e l’altro trascorrono anni che non li ricondurranno mai a rivivere per sempre la loro unione con serenità e quotidiana naturalezza. I ricordi di quell’estate diventano parte integrante del percorso di vita di questi due protagonisti che ben presto smetteranno di essere un ragazzo e un giovane, per divenire due uomini che si misurano con le sfide della vita, non tutte, anzi forse nessuna in grado di eguagliare l’intensità di quei momenti passati e vissuti insieme.
L’adattamento cinematografico che il regista italiano ha ideato è stato definito dall’autore come perfettamente aderente nella sceneggiatura alle vicende narrate nel romanzo. Attraverso un’intensa fotografia riesce però ad aggiungere pathos ed un tono inesorabile ad ogni scena di passione, rimarcando il carattere profondamente indescrivibile delle sensazioni dei protagonisti. Le due versioni, quella cinematografica e l’originale, sono accomunate da un senso struggente e dolente per gli accadimenti e non lascia scampo ad una conclusione: non si sfugge alle passioni, alle cose belle, che pure fanno soffrire al pari delle altre.
Annalisa Davide

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