28/01/2018
Napoli: grande successo per Salvatore Accardo al Teatro di San Carlo

Erano alcuni anni che Salvatore Accardo mancava al Lirico napoletano. Il 26 e 27 gennaio 2018 lo straordinario violinista è tornato a calcare il palco del Teatro di San Carlo eseguendo il Concerto n.2 per violino e orchestra di Béla Bartók sotto la magnifica conduzione del Direttore musicale Juraj Valčuha.
Un doppio appuntamento ancora sulle note del compositore ungherese Bartók dopo il concerto del weekend precedente che ha visto l’Orchestra del San Carlo impegnata ne Il Castello del Principe di Barbablù. Questa volta sul palco anche Salvatore Accardo, nato a Torino e cresciuto a Torre del Greco, classe 1941, orgoglio della Campania e celebrato in tutto il mondo come uno dei musicisti più talentuosi della scuola violinista italiana del Novecento.
Alla prima dello spettacolo, il concerto si apre con le Danze di Galánta (Galántai tàncok) del compositore ungherese Zoltán Kodály e continua con il Concerto n. 2 per violino e orchestra di Bartók durante il quale il maestro Accardo tiene letteralmente incollati gli occhi degli spettatori al palco. Un magnetismo e un carisma rari, raccolti in una figura magra che si esprime in gesti di umile gratitudine verso un teatro pieno di persone di tutte le età. Tra il Concerto di Bartók e la Sinfonia n. 4 di Beethoven, durante l’intervallo, come non avviene di consueto, più di metà del pubblico resta in sala, ancora commosso ed elettrizzato per una performance di Accardo non annunciata. Terminato il repertorio ungherese, infatti, un lunghissimo e partecipato applauso ha subito convinto l’attesissimo ospite torrese a cimentarsi in un fuoriprogramma da brividi, durante il quale intenditori e appassionati del vastissimo repertorio del Maestro hanno riconosciuto la sua inconfondibile cifra.
La serata prosegue poi con la Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore op.60 di Ludwig van Beethoven, molto fascino e rivelatrice di una vitalità oltremodo brillante e costante in tutti i movimenti che permette al compositore tedesco di vedersi sottratto ai comuni giudizi di chi lo identifica solo con la struggente Quinta Sinfonia. L’Orchestra del San Carlo allora forse non a caso si trova ad essere diretta in questa occasione del Direttore Musicale del teatro, lo slovacco Juraj Valčuha, che ormai dall’inizio della Stagione raccoglie sempre più consensi tra gli spettatori partenopei. Si riconferma come nello scorso concerto con Violeta Urmana e Gábor Bretz un’evidente sensibilità nel cogliere i più oscuri dettagli sonori del difficile repertorio del Novecento mitteleuropeo. La freschezza, l’energia e la precisione dei gesti coinvolgono sempre di più l’Orchestra stabile trascinandola in una sintonia fortissima con il podio. Da lì il giovane direttore impressiona musicisti e pubblico attraverso un’interpretazione fisica e quasi teatrale della partitura, che regala ai meno intenditori del genere sinfonia la possibilità quasi di immaginare una storia dietro le note.
Annalisa Davide

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