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05/01/2018

Cinema: 'Napoli Velata’, il nuovo film di Ferzan Ozpetek

Cinema: 'Napoli Velata’, il nuovo film di Ferzan Ozpetek

È il film più chiacchierato del momento, Napoli Velata, la nuova pellicola firmata Ferzan Ozpetek. Il regista turco racconta una Napoli che non è camorra, anche se è crimine, misteriosa, anche se dalle solide tradizioni, affascinante, provocante, seducente, fatale e fatata. Un noir dai toni passionali, personali di creature di fantasia e collettivi della tradizione locale. Riti e luoghi di una storia millenaria, particolari di magia e misteri che a Napoli si risolvono nella vita di tutti i giorni, personaggi che sono persone, persone che sono personaggi.

Sul grande schermo due attori romani: il popolarissimo Alessandro Borghi nei panni di Andrea e Giovanna Mezzogiorno, dalle salde origini campane da parte di padre, in quelli di Adriana. Tutto intorno a loro però una splendida corte di interpreti partenopei da Lina Sastri a Peppe Barra, passando da Luisa Ranieri, Carmine Recano, Maria Luisa Santella e Maria Pia Calzone; completano il cast Anna Bonaiuto e Isabella Ferrari. Le prime due scene di grande impatto vedono i due protagonisti coinvolti in una sequenza di seduzione e subito trascinati nella mitica contrapposizione di eros e tanatos. Adriana è forse il soggetto più traumatizzato, debole, reduce di una sensibilità straordinaria della quale se stessa è rimasta infondo vittima. Attraverso un viaggio in luoghi senza tempo della città e monologhi da brividi, immersi in atmosfere cupe alle quali fanno da controcanto tinte strabordanti del centro storico, della Napoli Sotterranea, pagana, religiosa, occulta e misterica, si dipanano le emozioni irrefrenabili di una donna in cerca di una forma d’amore fortemente naturale ma anche unica. Una trama che non si concilia mai troppo a lungo con l’intento dei personaggi, con le aspettative dello spettatore che più che ridere o piange, soffre, si confonde, contorce e resta intrappolato in una catarsi di verità antiche.

Si riconferma il talento di Ozpetek di mescolare veleni, intrecciare storie e lasciare un retrogusto di chi è innamorato del carattere soprannaturale della vita. Si riconosce la sua cifra nei colori intensi e nei lunghi tempi dei primi piani, nell’ossessiva ricerca delle angolazioni più fascinose che si chiudono sempre nelle sottili linee dei volti colti, studiati e catturati nei loro lati più riottosi. In altre parole, come anche in Mine Vaganti, vince ancora una volta la fotografia e di nuovo anche le musiche. Si susseguono frequenze basse e stridenti; violini e percussioni che riproducono i suoni gravi dell’anima che si racconta attraverso la terra dalla quale nasce e poi si libera nelle vie, nei sotterranei, nei cunicoli di uno spirito più grande, quello del tempo. Un tempo, una dimensione spirituale, leggendaria, storica e dagli indiscutibili caratteri letterari, o per meglio dire poetici, che per il regista unisce Napoli e Istanbul, la sua città natale. La capitale della Turchia e “la capitale delle culture”, Napoli.

Il film è stato presentato e proiettato in alcune sale napoletane per la prima il 28 dicembre 2017 con un ampio successo della platea, al quale si è associato immediato anche quello della stampa.

Annalisa Davide

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