napoleggiamo
up
home

17/11/2017

Libri: 'L'arminuta', di Donatella Di Pietrantonio

Libri: 'L'arminuta', di Donatella Di Pietrantonio

Un crescendo di successi segna la carriera di Donatella Di Pietrantonio, dentista pediatrica di origine abruzzese che ormai da anni si è inserita nel panorama letterario italiano, arricchendolo di una scrittura tutta da scoprire. ‘L’arminuta’ questo il nome del suo ultimo libro, edito da Einaudi nella collana dei Supercoralli, che durante il 2017 ha riscosso larghissimo consenso della critica.

Chi è ‘l’arminuta’ ovvero la “ritornata”? è una ragazzina di tredici che nel pieno della sua vita scopre un giorno di non appartenere alla famiglia che l’ha sempre cresciuta, e deve fare così ritorno alla sua famiglia biologica. La protagonista però da questo momento si sentirà sola al mondo, “orfana di due madri viventi”. La trama diventa ben presto un teatro dove i sentimenti, spesso quotidiani o addirittura fisiologici nella vita di un figlio abbandonato, dialogano nervosamente tra loro. Lo spettacolo però è riservato a quei pochi che le esperienze di vita le vivono a pieno; la scrittrice è sincera, s’ispira al mondo intorno, non inventa fantasiosamente ciò che non può succedere. Significativo è il fatto che il termine “arminuta” non compaia mai nel libro. Probabilmente lo smarrimento della protagonista arriva fino al punto di un mancato riconoscimento di sé. La ragazzina vive notti insonni, costellate di sensi di colpa, accanto alla sorella Adriana, la cui biografia celata fa pensare alla possibilità di scrivere un libro dedicato solo a lei.

Il rifiuto, l’abbandono, la solitudine, gli affetti viscerali, il rapporto madre-figlio sono solo alcuni dei temi che come sfumature attraversano il centro propulsore di tutti i temi trattati nei libri di questa autrice, quello che lei chiama la sua “urgenza narrativa”: la maternità. La figura della madre ritorna spesso nei libri della Di Pietrantonio; già nelle precedenti storie pubblicate, ‘Mia madre è un fiume’ (2011) e Bella mia (2014) aveva iniziato ad esplorare le parti più nascoste della tragedia di chi rifiuta i propri figli, perché sente che non gli appartengono o addirittura li avverte come dei potenziali nemici. Adesso ritorna prepotentemente a raccontare dalla parte dei figli, s’immerge senza particolare giudizio nelle ragioni del dolore e nel dolore stesso, accompagnando così la narrazione da un tono sempre umile e posato.

Un romanzo molto attuale questo che non fa fatica ad inserirsi nel tempo è presente, un’epoca in cui il mondo occidentale è giornalmente segnato da migliaia di vite che si separano e dagli affetti più cari e le persone si ritrovano così a dover scegliere tra se vivere soli o morire in compagnia. Il libro affronta inoltre un argomento storicamente prediletto dalla letteratura, dal mito, dalla poesia e dal dramma. Si immette nel solco della tragedia greca della Medea e dell’Edipo re di Sofocle, delle teorie psicoanalitiche di Freud e dei drammi del bardo inglese William Shakespeare. Lo sfondo del romanzo è la solitaria e scura terra d’Abruzzo degli anni ’70. Un paesaggio che l’autrice conosce bene visto che vi è nata. Riesce a ricavare per la sua regione quasi uno spazio da protagonista a volte invadente.

 
 

La Redazione

twitter

Spazio Sponsor: