11/05/2017
Libri: ‘Il ritorno’ di Hisham Matar, vincitore del Premio Pulitzer 2017

'Non si fa giustizia al nuovo straordinario libro di Hisham Matar definendolo semplicemente "memoir", perché è tante altre cose: riflessione sull'esilio e le consolazioni dell'arte, analisi dell'autoritarismo, storia famigliare, ritratto di un paese nelle ambasce della rivoluzione e appassionata elaborazione di un lutto'. È con queste parole che il New York Times accoglie il vincitore del Premio Pulitzer di quest’anno, Hisham Matar; la sua autobiografia ‘Il ritorno’, edita da Einaudi nella collana i Supercoralli, è già un grande successo ma è una storia scomoda, che dall’orizzonte dello scrittore come singolo si estende a tutte le generazioni di oggi. Matar è nato New York da genitori libici e queste origini segneranno senza scampo le sue vicende esistenziali.
Audemars Piguet Replica Watches 1990. Jaballa Matar, il padre dell’autore, viene arrestato al Cairo; lui è un leader dell’opposizione al dittatore Gheddafi; lui è un amante di poesia, un uomo intelligente, un imprenditore brillante. Viene rapito e condotto a Tripoli nella prigione di Abu Salim. Da quel momento la vita dello scrittore, a quel tempo appena ventenne, cambia e continua insieme a quella di tutta la famiglia. La loro esistenza prosegue prima in Inghilterra, dove Hisham si laurea, poi negli Stati Uniti, dove lui si sposa e sceglie il mestiere di scrittore. Ma c’è una storia insoddisfatta, una fine, quella del padre, che non trova trama, dettagli, che possano mettere a tacere il tormento di Hisham per quello che è accaduto, e gli lascino vivere con naturalezza il dolore per la mancanza di questa figura paterna. In questo stato di cose, Hisham, trascorre ventidue anni. È il 2012 quando l’esule fa ritorno alla sua terra, la Libia. I membri della famiglia che lo hanno sempre accompagnato, la mamma, il fratello e la moglie, lo accompagnano ancora. Lo supportano nella ricerca sulla scomparsa del padre. Anche perché Hisham non è stato privato solo di questo affetto ma di tanti altri. Molti dei suo amici e parenti, infatti, sono stati vittime del regime.
La sua narrazione è per questo un continuo rimbalzo tra questioni private e fatti storici di rilevanza internazionale.www.apwatch.net Da una parte c’è la storia della sua famiglia, distrutta, dall’altra la sua terra. Lo scrittore dice che potrebbe vivere –e l’ha fatto- lontano dal suo paese ma non riesce a stare senza i suoi cari. La storia di questo singolo che cerca di liberarsi da un fitto mistero, è lo stesso che spinge intere fasce della nazione libica a risollevarsi dagli oppressori, è lo stesso popolo fatto per la maggior parte di singoli oppressi per quarant’anni. Non è quindi un romanzo o un’autobiografia fine a se stessa. Matar l’ha scritta come chi e per chi come lui ha l’esigenza ricostituirsi in una comunità attraverso il desiderio di giustizia e la sete di verità. Cerca la luce del Sole, vuole che questa storia venga letta da quante più persone possibili; è diretto, dettagliato. Lo stile è fluente, frastagliato a tratti, soprattutto quando il viaggio, quello di ritorno, sembra deludere ogni speranza.
Annalisa Davide

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