02/05/2017
Cinema: 'La Tenerezza', il nuovo film di Gianni Amelio completamente girato a Napoli

‘La tenerezza’ è un film di Gianni Amelio, uscito nelle sale italiane il 24 aprile, interpretato tra gli altri dall’ineguagliabile Renato Carpentieri. È un film che parla poco, e lo fa a proposito, di qualcosa di inenarrabile: la tenerezza. Prima di vedere questa pellicola, prima di leggerne qualche riga al riguardo, chiediamoci –e rispondiamoci- a proposito del significato della parola tenerezza. Nel corso dei 140 minuti davanti al grande schermo non verrà mai citata: questa è la grande potenza di questo nuovo lavoro cinematografico.
Completamente girato a Napoli, nella zona del centro storico, tra Piazzetta Banchi Nuovi e Piazzale Giusso, ‘La tenerezza’, è la storia di singoli, dei membri di una famiglia che non dialoga più, che non fa del linguaggio non verbale, una fonte di osservazione e consapevolezza.
Elio Germano e Micaela Ramazzotti, più talentuosi che mai, interpretano la parte di due giovani coniugi, rispettivamente del Nord Italia e di Ostia. I loro personaggi sono problematici ma in modo latente. Hanno due figli piccoli, un maschio e una femmina, e si trovano ad essere vicini di casa di un avvocato in pensione, Lorenzo. Il rapporto che si instaura trai primi e il secondo non è solo di buon vicinato; iniziano a condividere un’intesa, a colmare un vuoto, quello della tenerezza, che in special modo accompagna i due uomini da tutta la vita. Lorenzo è rimasto vedovo da un po’ di tempo e ha due figli adulti, Saverio (Arturo Muselli) ed Elena (Giovanna Mezzogiorno), che non riescono –non sono mai riusciti mai- ad avere un dialogo col padre. Il giovane coniuge, invece, è cresciuto senza un padre e nasconde il disagio di un’infanzia mal vissuta che non ha trovato ancora la sua accettazione. La quotidianità di queste famiglie si srotola silenziosamente sullo scenario di una Napoli gioiosa, chiacchierona, potente e naturale della forza dei bambini, spesso ritratti mentre giocano a calcio nelle piazze del centro. È la Napoli della zona universitaria e degli antichi palazzi, fresca e vecchia, ripresa con i molti graffiti dei vicoli di Santa Chiara attraverso la fotografia anticonvenzionale di Luca Bigazzi che crea il paradosso della poi improvvisa esplosione dell’intreccio in un evento tragico.
È un film che vede particolarmente l’assenza in generale della parola e delle musiche. Ci sono molti primi piani, trai quali i più penetranti quelli di Renato Carpentieri che si distingue per un’interpretazione da Oscar. L’insofferenza e l’irrequietezza del suo personaggio tengono tesa l’intera atmosfera, sostenuta dalla perfomance di Elio Germano, nei panni di Fabio. I due padri sono talvolta quasi a confronto, come in un prima e dopo, e spesso mettono in luce due modi diversi di vivere la paternità, il rapporto padre figlio che inevitabilmente però s’incrina senza la tenerezza di cui bisogna essere capaci per accettare se stessi e amare il prossimo. Per un personaggio ci sarà una seconda possibilità, per un altro no. Nel complesso ‘La tenerezza’ è un viaggio emotivo di grande impatto, difficile dove non lo sembra. Sicuramente vederlo una sola volta non basterà.
Annalisa Davide

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