23/04/2017
Libri: ‘L’amore che mi resta’, di Michela Marzano. Una storia intensa e dolorosa.

Michela Marzano ritorna alle stampe con una storia insolita e densa di un dolore che, come sempre nei suoi racconti, nasconde una straordinaria ricerca di libertà. Edito da Einaudi solo da alcune settimane, ‘L’amore che mi resta’ è stato presentato nello store di Feltrinelli di Santa Caterina a Chiaia, a Napoli, il 10 aprile scorso e ha subito trovato un caloroso consenso.
Il tema del libro è la perdita di una persona cara; in particolare si concentra sul dolore di una madre, Daria, che un giorno sa che Giada, la figlia, non c’è più, si è suicidata. Come s’intuisce, tuttavia la maternità è un tema tutt’altro che collaterale. È un romanzo, infatti, al femminile, che concentra tutta la sua potenza espressiva nella ricerca di una quasi impossibile definizione: cos’è una donna, una madre, quando la figlia muore prima di lei?
Come ha detto l’autrice durante l’evento in libreria, non esistono termini adatti a spiegare questa tragica condizione ma lei ha deciso di raccontare questa storia per un motivo ben preciso. L’opera è il frutto di una difficile esperienza personale, un tentativo di suicidio risalente a circa vent’anni fa. Così la Marzano ha pensato di scrivere un libro che avrebbe voluto che la madre leggesse se quel tentativo avesse avuto un esito diverso. È una scrittura ferma quella che caratterizza queste pagine, che accompagna tutti i membri della famiglia di Giada verso il lato opposto al baratro. Ovviamente la precisa esperienza autobiografica che tesse tutta la trama fa sì che in ognuno dei personaggi principali ci sia qualcosa che appartenga alla scrittrice. Quella disperata ricerca di parole, ad esempio, che il padre della ragazza, Andrea, professore di lettere, si ritrova a fare, esprime nitidamente la caparbietà con la quale l’autrice va a fondo nel messaggio che cerca di trasmettere. La terminologia si fa sempre più accurata mano a mano che il lettore è portato verso il compimento della vicenda; è indice di razionalizzazione. È questa una storia che si srotola a poco a poco, che si spiega un po’ per volta, ma in realtà si legge d’un fiato perché il coinvolgimento è massimo.
‘L’amore che mi resta’ racconta di un amore viscerale tra persone che sono animate dal desiderio di essere ascoltate. Daria si mette a nudo e arriva alla consapevolezza che il dolore per la perdita della figlia si guarisce solo in parte, un lato resterà insanabile. Questa determinazione, questa crudezza non solo di particolari, è un tratto distintivo della penna della scrittrice romana che il pubblico già conosceva per un altro romanzo autobiografico molto toccante, ‘Volevo essere una farfalla’, e in cui raccontava di quando si ammalò di anoressia. La forza delle sue parole sembra certe volte dominarla addirittura; il confronto con il lettore è quasi completamente diretto. L’ultimo libro è fatto di dialoghi serratissimi, di flash e di scene quasi cinematografiche. Le sue parole carnali fanno immaginare il vero e costringe chi legge a fare come la Marzano e Giada, a studiare se stessi da un altro punto di vista.
Annalisa Davide

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