09/04/2017
Libri: 'Nel guscio', di Ian McEwan.

Lo scrittore inglese Ian McEwan torna alle stampe con un magnifico romanzo breve narrato dal punto di vista di un bambino ancora nella pancia della mamma. Edito da Einaudi nella collana Supercoralli, questa storia è scritta per tutti coloro che hanno bisogno di un capovolgimento, un’acrobazia dialettica entro cui perdersi e fantasticare.
‘Nel guscio’, è un thriller giocoso che racconta i giorni finali della gravidanza di Trudy. Nella casa dove si attende il lieto evento, però, qualcosa va storto. Accanto alla madre del nascituro non dorme più il legittimo marito, John Cairncross, sensibile poeta squattrinato, ma Claude, il fratello di lui che invece è di un’altra indole: arrogante, ricchissimo e rozzo. I due amanti sono avidi e fanno di tutto per possedere l’Hamilton Terrace, un edificio fatiscente ma d’inestimabile valore ereditato da John. Un valore che di certo Claude conosce bene visto che di professione fa l’agente immobiliare. I due cognati amanti sono così complici nella volontà di uccidere John. L’efferato delitto sarà tutt’altro che semplice da commettere; rivelerà delle fragilità strategiche e lascerà trascurati dei dettagli che nessuno sembra notare. Nessuno li scorge tranne una persona che più che osservarli, più precisamente li presagirà, avvertirà e ascolterà. Di chi si parla? Di una insospettabile e timidissima presenza che tutti ignorano: il neonato.
La storia, infatti, è tutta narrata dal punto di vista di questo bambino che apparentemente lasciato fuori dalle trame del crimine, raccoglierà e svelerà tutti i particolari. La percettibile tenerezza dello smascheramento del delitto, diviene sempre più chiara; l’orecchio del bimbo è accostato al mondo e spia l’avarizia e l’odio che tesse quella che in fondo sembrerebbe la classica storia del triangolo passionale che termina ovviamente male. Quel bimbo è un narratore, una presenza che ha già il suo posto nel mondo, anche quando sembra non esserci. Sa quello che lo attende ma gli altri non sanno che lui sa e per questa incoscienza agiscono spudorati insanguinando la vita. Anche ai più precisi assassini può sfuggire uno o addirittura più dettagli. E solo un accorto uditore sa quali sono. Com’è possibile? Di cos’è metafora questa figura così paradossale?
Il romanzo, per via del punto di vista del suo narratore, è stato accostato ad alcuni motivi della tradizione shakespeariana. 'Potrei anche essere confinato in un guscio di noce e sentirmi il re di uno spazio infinito – se non fosse la compagnia di brutti sogni', si legge nell’Amleto del bardo inglese. Ma McEwan amplifica questo punto di vista e dà al vero protagonista del destino, in questo caso il bambino, la possibilità di scegliere. Nient’altro si ripropone il dubbio amletico di 'essere o non essere?' che s’insinua lentamente dalle prime pagine di questo velocissimo intreccio di espressioni travolgenti, che fanno dei personaggi e della vicenda stessa un sogno molto realistico. Espressioni e frasi che Ron Charles del Washington Post ha definito 'l’autentica nota aurea del genio'.
Annalisa Davide

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