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13/03/2017

Libri: 'Il Fiume', di Marco Lodoli. Storia di un complesso rapporto tra padre e figlio.

Libri: 'Il Fiume', di Marco Lodoli. Storia di un complesso rapporto tra padre e figlio.

‘Il Fiume’, è un breve romanzo –appena centododici pagine- di Marco Lodoli; edito nel 2016 per collana ‘I coralli’ di Einaudi, narra una storia di un complesso rapporto tra padre e figlio, tra Damiano di appena dieci anni e Alessandro, un quarantenne dalla personalità inquieta.

Il titolo evoca la costante presenza del Tevere sullo sfondo narrativo. Il fiume diventa metafora di una vita che cambia perennemente i suoi connotati, che non sembra mai acquisire certezze e stabilità emotive, sentimentali ed esistenziali. Il rapporto genitore-figlio, in una società come quella romana, italiana e più ampiamente anche europea, una relazione umana cardine che però, secondo l’ottica del professor Lodoli, sta perdendo la sua solidità. Bisogna tuttavia che si rinsaldi e per questo scrive questo libro.

La narrazione inizia con una situazione irrisolta e comune a tante coppie con figli: Alessandro è all’indomani di una separazione che l’ha costretto a veder crescere il figlio solo nei weekend, cercando frettolosamente di ritrarsi come un confidente e una persona che sa come fargli impiegare il tempo. Un giorno però accade un imprevisto. Una domenica come un’altra Alessandro rifiuta la richiesta del figlio di andare a messa e contraccambia con la proposta di fare una passeggiata sulla riva del Tevere che li condurrà poi in centro. Mentre camminano, Damiano di sporge troppo per osservare da vicino le anatre e cade in acqua. Il padre non interviene; resta immobile, impietrito, catturato dall’aria inerte di certe domeniche. Nel contempo però il bambino chiaramente non riesce a trarsi in salvo da solo, e improvvisamente allora un passante si getta nelle acque torbide del fiume e dopo poco con il corpo di Damiano tra le braccia risale a riva.

Il figlioletto riapre gli occhi e si rende conto di quanto è accaduto: non è stato il padre a fare qualcosa per lui, bensì un estraneo. Il padre è stato sordo al richiamo del figlio che rischiava la vita davanti ai suoi occhi. Da questo evento si snodano dei percorsi onirici, descritti con una minuzia e una scorrevolezza cinematografica, attraverso i quali Alessandro indaga il suo senso di colpa. Vive una Roma diversa, abitata da creature delle fiabe e costellata di luoghi trasfigurati in un tempo dell’anima scandito dalle pulsioni più infernali della mente che cerca di ritrovarsi, cerca la salvezza e una maggiore consapevolezza di sé.

Damiano, invece, come molti bambini, riesce più facilmente del padre a perdonare se stesso e quindi anche Alessandro. Dopo una travagliata notte, il bambino infatti si sveglia e rivolgendosi al padre dice: «Ho sognato che ero caduto nel fiume, era notte là sotto, non si vedeva niente…Ma poi tu sei arrivato e mi hai salvato».

Lodoli, autore ed educatore virtuoso, con quest’opera fa un invito alla lettura a tutti i genitori: incita loro affinché rielaborino le angosce e le preoccupazioni che una famiglia arreca, per indagare le proprie paure ma anche la forza della quale essi sono capaci per assicurare una vita più serena ai bambini. Non bisogna farsi trascinare dagli eventi ma viverli appieno.

Annalisa Davide

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