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13/03/2017

Cinema: Manchester by the Sea, un film intimo, triste e 'perfetto' sulla sofferenza umana

Cinema: Manchester by the Sea, un film intimo, triste e 'perfetto' sulla sofferenza umana

Uno dei film che era in pole position agli ultimi Oscar, e che è riuscito a conquistare  l’ambito premio per il  migliore attore protagonista Casey Affleck, capace di reggere tutto il film su di sé con cuna maschera di dolore e rassegnazione, di rabbia e indolenza tale da straziare  il cuore dello spettatore;  e per la  sceneggiatura originale dello stesso regista  Kenneth Lonergan, inizialmente commissionata dall’attore Matt Damon, il quale voleva un film sulla sua città natale, Manchester By the Sea nel Massachusetts, con l’intenzione di dirigerlo in prima persona, ma, dopo aver letto la sceneggiatura, l’attore ha spinto Lonergan ad assumerne anche la regia.  Ne è nato così un film intimo e dolente, che a differenza dell’idea, tutta hollywoodiana, del dolore inteso come crescita personale e riscatto, ne delinea i tratti più autodistruttivi, consegnandoci un personaggio che si sottrae letteralmente alla vita attraversandola con inerzia, incapace di affrontare l’enormità della propria sofferenza.

La storia, architettata come un puzzle, di cui lentamente ci vengono forniti i pezzi, inizia a Boston dove Lee è un giovane e silenzioso tuttofare; quando suo fratello Joe muore, è costretto a tornare nella cittadina d'origine, sulla costa, e scopre di essere stato nominato tutore del nipote Patrick, il figlio adolescente di Joe. Mentre cerca di capire cosa fare con lui, e si occupa delle pratiche per la sepoltura, rientra in contatto con l'ex moglie Randy, con la comunità da cui si era allontanato e con la sua vecchia vita, costringendolo ad affrontare un passato doloroso col quale non riesce a saldare il conto.

Le due figure in completa antitesi di Lee che si lascia vivere e risucchiare completamente dal dolore e  del nipote Patrick, giovane e fiducioso che nonostante il lutto guarda con speranza  al futuro sono la luce e l’ombra che caratterizzano tutto il film, così come i paesaggi del New England fatti di cieli lividi che si specchiano nelle acque limpide di primavera, resi mirabilmente da una fotografia impeccabile

La neve che accoglie il protagonista, cede  il passo lentamente ai primi raggi di sole e ai fiori primaverili, e intanto lo spettatore ha scoperto tutta la brutalità del dolore che avvolge Lee sentendosi in bilico e visceralmente avvinghiato dallo stesso empasse emotivo del nostro personaggio.

Uno dei film più tristi e nello stesso tempo perfetti degli ultimi tempi, tutti i tasselli si incassano alla perfezione regalandoci una storia intima e dolente sulla sofferenza e la capacità umana di farvi fronte

Marilisa Pazienza

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