napoleggiamo
up
home

27/02/2017

Libri: ‘In che lingua sogno?’, l’ultima opera di Elena Lappin

Libri: ‘In che lingua sogno?’, l’ultima opera di Elena Lappin

‘In che lingua sogno?’ è l’ultimo straordinario libro di Elena Lappin, scrittrice moscovita classe 1954, pubblicato da Einaudi editore per la collana Supercoralli. Le opere dell’autrice non sono spesso pubblicate in Italia, al contrario sono apparse soprattutto negli Stati Uniti, nel Regno Unito e nell’Europa dell’est; oggi però abbiamo una sorprendente novità per recuperare.

2002, Londra, la protagonista, la stessa Elena Lappin autrice del memoir, è con la famiglia riunita all’ora di cena. Un’inaspettata telefonata cambierà per sempre la visione della sua vita; al telefono ascolta la voce di uomo che le racconta la verità sulla sue origini e si apre così la narrazione, come un fiume che si che svasa il suo letto mentre scorre. La memoria è ricca di idiomi e culture di paesi di tutto il mondo che lei ha conosciuto e ora le appartengono. Ad ogni lingua che parla corrisponde una fase della vita. Elena Lappin è nata a Mosca in un periodo non semplice della storia europea, all’indomani della morte di Stalin; il russo dovrebbe essere la sua lingua madre ma davvero non lo sarà. All’età di soli quattro anni si trasferisce con la madre a Praga dove rapidamente apprende il ceco e legge per la prima volta la letteratura di questo paese, che tra gli altri le resterà particolarmente nel cuore. Terminata la Primavera di Praga, la famiglia si emigra in Germania, ad Amburgo dove trascorrerà tutta l’adolescenza. Successivamente visse ad Amburgo. E ancora è divenuta madre tre volte: la prima volta ad Ottawa, la seconda ad Haifa e la terza a New York. Non ha mai dimenticato poi la lingua ebraica, per la prima volta studiata durante la permanenza nella città tedesca, e approfondita nel tempo a Tel Aviv. Quindi l’autrice scrive in una lingua, legge in altre, pensa in un’altra ancora e per tutta la vita è andata da una sponda all’altra dell’oceano Atlantico costruendo un mosaico di conoscenze che è oggi il suo modo di scrivere, pensare, leggere e sognare. Quella telefonata però che irrompe poco più di un decennio fa durante “una sera qualunque” le imporrà di viaggiare ancora, nel tempo e nella memoria alla ricerca di una verità dalla quale sarebbe partita ogni rotta. Cosa le avrà detto l’uomo “inglese da forte accento russo?

Anche questo momento storico scelto dalla scrittrice russa per pubblicare tale opera è un momento significativo; è un memoir come questo, che insegna l’altissimo valore dell’appartenenza ai luoghi, alle culture non è una storia di fantasia. La sua vita è un esempio è lei l’ha vissuta e la vive, ma soprattutto la racconta, con grande naturalezza. In un’epoca in cui si fa del facile razzismo, la Lappin dimostra quanto sia necessario, difficile e irrinunciabile esplorare il mondo; non sarà un caso infatti che, come accennavamo all’inizio, i suoi scritti sono stati pubblicati da testate giornalistiche internazionali come il Guardian e il New York Times.

Annalisa Davide

twitter

Spazio Sponsor: