20/02/2017
Libri: ‘Prima di cadere’, un thriller intrigante e oscuro di Noah Hawley

Da poco apparso sugli scaffali delle librerie, ‘Prima di cadere’ è un suspence thriller farraginoso e oscuro, scritto da Noah Hawley ed edito nella collana Stile libero big di Einaudi. Il libro è il quinto romanzo dello scrittore newyorkese che qui esprime tutta la sapiente esperienza di sceneggiatore e impone al lettore di rimanere a leggere fino all’ultima pagina, come fa uno spettatore che attende l’ultima scena di un film.
New York, in una serata d’estate un jet privato partito da poco più di un quarto d’ora è in volo con a bordo undici persone ma improvvisamente s’inabissa al largo della città. L’ipotesi di un incidente, di un “semplice” disastro, non sembra plausibile. A bordo c’erano due famiglie potenti newyorkesi e uno strano pittore, il fallito Scott Burroughs. Muoiono quasi tutti. Sono sopravvissute solo due persone, il pittore appunto e un bimbo di soli quattro anni che si ritrova così erede di un patrimonio inestimabile. Anche il bambino stava per morire ma l’artista l’ha salvato trasportandolo a nuoto tutta la notte fino alla riva più vicina. Si inizia ad indagare nelle storie delle vittime che appaiono tutte caratterizzate da torbide vicende. Mentre la polizia segue il caso, Burroughs si prende cura del bambino, tuttavia bene presto le autorità sospetteranno di quest’unico uomo sopravvissuto, che pare non avere più il becco di un quattrino e ora invece è sospettato di aver ordito un complotto per risollevarsi dal fallimento.
I media iniziano a ricamare ogni genere di accusa e insinuazione sulla vita del signor Scott, che vive attimi da eroe e altri da assassino; la gogna mediatica è tale che improvvisamente, a metà libro, si rischia di perdere il senso di ogni gesto narrato. Tutte le vite delle vittime sono passate al setaccio e di ognuna di scopre il lato più crudele e torbido ma davvero non s’intuisce né quale sia la causa del disastro né quali siano eventualmente gli interessi di Scott che l’hanno spinto a questo gesto. Il lettore si trova d’avanti vere e proprie scena di amore paterno tra l’artistica e il bimbo miracolato ed è difficile scegliere se dare o meno fiducia a questo personaggio.
Al di là del finale, che già si per sé è totalmente imprevedibile, insospettabile e sorprendente, lo scrittore compie una mossa davvero efficace e sconvolgente verso chi legge. Non si tratta di un solito thriller perché non si va alla ricerca di un colpevole ma ognuno s’interroga su cosa farebbe se si trovasse davanti un uomo con la chiara possibilità di essere anche semplicemente solo infangato dall’opinione generale. Viene potentemente dissacrato il generico significato di vittima. Ognuno dei passeggeri deceduti, infatti, avrebbe avuto almeno un motivo per essere ucciso anche se non fosse morto. Mette in risalto il diverso trattamento che i valori della società attuale destinano a chi è affermato economicamente e a chi è fallito –economicamente-. È un libro scritto per chi vuole liberarsi dai pregiudizi, dall’esserne vittima o carnefice.
Annalisa Davide

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