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13/02/2017

Libri: ‘Qualcosa sui Lehman’, di Stefano Massini

Libri: ‘Qualcosa sui Lehman’, di Stefano Massini

Stefano Massini è un autore originale, a suo modo unico, con un interessante punto di vista su tutto ciò di cui parla; in una parola è distinguibile. ‘Qualcosa sui Lehman’ è la sua ultima opera, edita da Mondadori; è la sintesi –si fa per dire, parliamo di circa ottocento pagine- del gusto e del carattere di questo scrittore. Da una parte la commistione di stili, generi e toni, dall’altra una storia vera, quella della famiglia Lehman, e al centro un turbinio di dettagli umani che trascinano lo sguardo del lettore in una biografia romanzata molto affascinante.

La storia copre un arco temporale di circa due secoli; protagonista delle vicende è la celebre famiglia Lehman. Tutto inizia dal momento in cui un giovane tedesco di origine ebrea sbarca negli Stati Uniti d’America. Il ragazzo che entusiasta sta andando incontro al proprio futuro è Henry Lehman che ben presto nel sud del paese aprirà un negozio di stoffe supportato quasi subito dai fratelli Emanuel e Mayer che in tempi brevi lo raggiungeranno. Raggiunti i primi, già stupefacenti, risultati economici, i Lehman Brothers decidono di diversificare il commercio trattando anche il caffè, il carbone e lo zucchero, insomma altri prodotti tipici dell’industria americana del ‘700 e dell’800.

L’avventura più grande però riguarderà le vicende della successiva generazione dei Lehman, quella di Philip e dei suoi cugini Sigmund, Herbert e Arthur e Dreidel. Gli USA si preparano ad ampliare la propria rete ferroviaria che richiederà ingenti investimenti e quindi abili finanziatori. L’astuta gens ebrea è tra queste. Da questo punto in poi, dal capito che si intitola “Padri e figli”, si sviluppano e s’intrecciano l’inarrestabile ascesa dei Lehman a Wall Street e le ansie, le angosce e le irrequietezze dei singoli che tormentano le atmosfere notturne.

Gli avvenimenti reali dalle origini, passando per i difficili anni della crisi del ’29 nei quali le sorti della “dinastia” sono affidate a Bobbie Lehman, al crollo di questa potenza finanziaria nel 2008 sono intessuti in giochi linguistici accuratissimi, epiteti dedicati per ogni protagonista; sono sofisticatamente espressi i dettagli della vita quotidiana di persone profondamente legate alla tradizionale religione ebraica e al contempo si affannano a diventare spietati professionisti della finanza, del mercato capitalistico mondiale.

Le pagine di questo romanzo alternano fitte sequenze narrative intrise di immagini minuscole e descrizioni precisissime che rapiscono in un batter d’occhio l’attenzione di chi legge, a dialoghi segnati da un linguaggio poetico e teatrale misto e primordiale, come nella primigenia epica classica. L’opera ha un’architettura scrupolosa e si adatta perfettamente ad ogni tempo che incontra, attraverso la continua rigenerazione dei termini utilizzati, attualizzati secondo necessità. S’intravede dietro ogni frase quasi una scientifica prosa ritmica.

Ma il finale, o meglio la fine della potenza Lehman, riserva a questo sapiente incanto letterario una verità d’oggi che ha perso le sue coordinate. Il mercato mondiale sembra inafferrabile, ingestibile, senza più redini, ma come sotto la lenta storica appariva già da un secolo a questa parte, fa capire lo scrittore.

Annalisa Davide

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