05/02/2017
Cinema: ‘The United Kingdom’, l’ultimo film di Amma Asante

Tre giorni fa nelle sale italiane è arrivato ‘The United Kingdom’ di Amma Asante; ispirato ad una storia vera, è tratto dal libro si Susan Williams, Colour Bar, di cui i produttori Justin Moore-Lewy e Charlie Mason nel 2010 hanno acquistato i diritti. Con David Oyelowo e Rosamund Pike, il film racconta la storia di Seretse Khama e Ruth Williams, rispettivamente l’erede al trono di Botswana e un’impiegata londinese, che un giorno in un bar di Londra s’incontrano per caso e tra loro è amore a prima vista. La loro relazione è subito molto coinvolgente: lui è un sognatore che intende battersi per i diritti umani e lei fa subito propria la sua visione del mondo, decidendo perciò di rimanergli accanto sposandolo. Siamo tuttavia nel 1947 e in Sudafrica è stata appena introdotta la più grande politica di segregazione razziale, l’apartheid, e l’idea che Seretse e Ruth formino in una coppia interraziale è inammissibile, tanto più se Khama è stato designato come futuro re.
L’opposizione a questa unione è sempre più insistente; dapprima le famiglie cercano ogni mezzo per convincere che non sarà fruttuosa, poi le istituzioni nazionali dei rispettivi paesi di origine si scagliano senza pietà contro i propri connazionali, e infine arriva anche la minaccia dal governo sudafricano di bloccare gli accessi britannici alle riserve di oro e uranio e oro, e per di più si ritiene pronto ad invadere la Botswana. I britannici d’altra parte non possono permettersi di perdere anche questo territorio, oramai strategico, da quando hanno perduto l’India. La popolazione di questo stato inizia pesantemente ad osteggiare la coppia che è costretta a dividersi: Sertse va in esilio e l’amata Ruth resta in Botswana anche in attesa del primogenito. Il tempo passa ma la tenacia dei coniugi è senza precedenti; il mondo gli si oppone e loro non solo resistono ma sembra che si amino sempre più. Gli ideali del cuore di loro come singoli si estendono all’orizzonte dell’amore del Sudafrica, dei diritti per il popolo della Botswana. Ruth infatti prende sempre più a cuore la questione del miglioramento della condizione femminile non solo in Africa ma anche in Europa.
Il loro amore trionferà. Di loro, infatti, Nelson Mandela, primo presidente ad essere eletto dopo l’apartheid, dirà : «L'eredità di Seretse Khama vive nel suo paese che continua ad essere un faro splendente di luce e di ispirazione» .
Il set si sposta agilmente dall’Africa all’Europa, dai luoghi privati dei capitribù alle strade di Londra, luoghi che tra le altre cose la regista conosce molto bene proprio perché ha vissuto periodicamente tra un continente e l’altro. L’interpretazione dei protagonista è perfetta e la pellicola guadagna un meritato posto in quella serie di film che in questi ultimi due decenni si è andata formando per raccontare gli orrori del razzismo nel periodo coloniale. L’assetto delle scene è classico, i rovesciamenti e i colpi di scena sono ben calibrati e non sconvolgono l’equilibrio genale dei toni che restano empatici, energici e sinceramente umani.
Annalisa Davide

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