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20/01/2017

Libri: 'La donna dai capelli rossi’, di Orhan Pamuk

Libri: 'La donna dai capelli rossi’, di Orhan Pamuk

Lo scrittore turco Orhan Pamuk, già noto per molti romanzi come ‘Neve’ (2004) e ‘La stranezza che ho nella testa’ (2015), torna alle stampe con una nuova opera: ‘La donna dai capelli rossi’. Edita da Einaudi nel gennaio del 2017, questa è la storia di Cem, un ragazzo che attraverso la propria esperienza di figlio vede le passioni più intense dipanarsi in un paesaggio orientale, quello ‘origine dell’autore, che cambia, stupisce e disorienta.

Sono gli anni ’80 dello scorso secolo, Cem frequenta le scuole superiori ad Istanbul, la sua città natale. La sua vita, però, viene improvvisamente sconvolta. Il padre viene arrestato dalla polizia perché accusato di frequentare soggetti politici che tramano contro le istituzioni. Pur facendo intendere la possibilità che quest’uomo sia innocente, egli non farà mai più ritorno ai suoi affetti. Cem allora è chiamato a soccorrere la madre e quindi costretto a cercare un lavoro, che ben presto trova in una libreria. Qui coltiverà il desiderio di essere uno scrittore, andare in cerca di storie e vivere di fervida immaginazione.

Poco più tardi, però, la vita mostra ancora una volta il suo volto più doloroso: la libreria chiude. L’ormai giovane uomo accetta così di diventare l’apprendista di un tale Mahmut maestro nella riparazione e costruzione di pozzi. Insieme, come in una sottesa restituzione del rapporto padre-figlio, i due lavorano intensamente per portare avanti la ditta. Un giorno viene loro proposto di costruire un pozzo in una località fuori Instabul. Durante alcuni momenti di lavoro, Cem incontra un’attrice che si esibisce su alcuni palchi di zona. Ne rimane fulminato, subito oscuratamente affascinato. Lei una donna dai capelli rosso fiammante, dalla personalità forte, più grande del suo segreto innamorato di svariati anni. La fantasia di Cem subisce un duro colpo, a tratti diventa perversa, profondamente erotica. Sogna di avere al fianco questa donna e una volta pure avverrà. Ma come sarà la vita di Cem una volta che l’avrà avvicinata davvero? Cosa ne saranno delle sue fantasie, delle folli certezze dei sentimenti e del suo malcelato senso di abbandono?

Questo libro è inequivocabilmente una cifra della scrittura di Pamuk. Come altre precedenti opere, anche la presente rivela una sapiente introspezione psicologica e culturale dell’individuo turco, dell’uomo che anche l’autore sa di essere in parte; mette in luce l’ambiguità culturale di un luogo come la Turchia “costretta”, ma non sempre, a stare su due continenti, due mondi, che l’Occidente spesso contrappone. Pamuk non sceglie tra l’Occidente e l’Oriente; la trama e le vicende psicologiche di Cem ricordano l’Edipo Re di Sofocle, e altre tragedie del teatro classico sono sullo sfondo.

In questa scelta sta la straordinaria capacità dello scrittore di creare un ponte tra i due mondi e che viene ricondotto ulteriormente al passato, alla tradizione, alle origini delle due culture ove un tempo erano intrinsecamente la stessa cosa. La Turchia che tanto preme alle porte dell’Occidente, infatti, era uno dei luoghi prediletti dei Greci, dove essi mettevano in scena le proprie tragedie, dalle quali Pamuk oggi attinge.

 

Annalisa Davide

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