14/01/2017
Cinema: ‘Collateral Beauty’, con Will Smith e Kate Winslet

Il 4 gennaio nelle sale italiane è arrivato ‘Collateral Beauty’, il nuovo film Will Smith, Kate Winslet e Edward Norton. È un film che per alcune caratteristiche, come lo straordinario cast, sicuramente va visto ma per certe altre necessita di una cauta riflessione se gli si vuole restituire un reale, meritato apprezzamento.
Diretto da David Frankel,’Collateral Beauty’ racconta un momento particolare della vita di Howard Inlet (Will Smith), quello in cui è sull’orlo di una crisi esistenziale a causa della perdita della figlioletta di sei anni, deceduta due anni prima. Howard è depresso, usurato da una tragedia che sembra destinata ad esplodere. Particolarmente preoccupati per lui sono i suoi amici e colleghi Whit Yardashan (Edward Norton), Claire Wilson (Kate Winslet) e Simon Scott (Michael Anthony Peña). Da una parte, infatti, sono quasi rassegnati all’atteggiamento reprimente ed autolesionista dell’amico di sempre, dall’altra si dibattono per il futuro dell’azienda nella quali essi lavorano come soci di minoranza in collaborazione con Howard che invece ne è il capo e socio di maggioranza.
Le difficoltà sarebbero state forse arginabili se, dopo il fallimento di alcuni affari, il protagonista avesse accettato di vendere l’azienda come gli consigliavano tutti. Accresciute allora le possibilità del collasso delle attività, i tre soci decidono di assoldare un investigatore privato che permetta loro di raccogliere prove dell’instabilità mentale di Howard e poter utilizzare poi queste per estrometterlo dagli affari.
L’investigatore un giorno viene in possesso di alcune cose che Inlet avrebbe scritto ad Amore, Tempo e Morte, tre parole, tre concetti ai quali si rivolge come fosse interlocutori dell’anima. Così Sally Price, l’investigatore, a sua volta assume tre attori che dovranno recitare delle parti del tutto particolari, quelle di Amore, Tempo e Morte che dialogheranno direttamente con il protagonista. Cosa ne sarà di queste colloqui?
La complessità del seguire la trama sta nel fatto che forse essa è ulteriormente strutturata con l’incontro quasi tra più racconti. Tanto è vero che da un lato abbiamo la personale tragedia di Inlet e dell’altra l’impresa imperfetta di porre fine alle sue vicende. Di contro a questa bipartita andatura il tutto procede con un ritmo segnato da scena di straordinaria dolcezza, emotività e singole, alte interpretazioni. Non stupisce questo aspetto, raggiungibile solo con un cast di un certo livello, se si pensa che la regia è di Frankel, che ha diretto anche ‘Il diavolo veste Prada’ e ‘Io & Marley’
Will Smith è certamente l’attore di ideale per commuovere il pubblico al quale si racconta una storia densa di significato ma priva di termini adatti a descrivere certe condizioni, come quella di un padre che sopravvive al proprio figlio che, a differenza di chi perde un genitore o un coniuge ed è quindi un orfano o vedovo, deve appellarsi ad una tormentata sequenza di stati d’animo e non ad un vocabolo preciso, per descrivere la propria condizione.
Annalisa Davide

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