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21/12/2016

Cinema: 'La ragazza del treno'

Cinema: 'La ragazza del treno'

‘La ragazza del treno’ per la regia di Tate Taylor è da un po’ di giorni giunto nelle sale italiane ed è la trasposizione cinematografica dell’omonima opera della scrittrice britannica Paula Hawkins, edito in Italia da Piemme. La trama è assolutamente fedele a quella del libro ma mentre nel libro si svolge attraverso la lente delle tre protagonisti femminili, Rachel, Anna e Megan, nel film il punto di vista è quasi esclusivamente quello di Rachel.

Nella grigia e fredda cornice di New York, al centro delle vicende del film inizialmente vi è proprio Rachel Watson, interpretata da Emily Blunt,  una giovane donna all’indomani di un divorzio che non riesce ad accettare perché il marito l’ha tradita con una donna che lei conosce bene, Anna Boyd il loro agente immobiliare. Rachel quotidianamente viaggia su un treno per poter spiacere l’ex marito e Anna, che trascorrono sereni la vita in compagnia anche della figlia dei due coniugi, la piccola Evie. Non riesce a staccarsi dall’idea di non poter vivere quella felicità che le appare rubate, che non viene riconquistata anche perché oramai non è più lucida a causa di una forte dipendenza dall’alcol. Il finestrino del treno in questione diventa la personale visuale di Rachel.  Tutto ciò che lì non è compreso non è più oggetto di suo interesse.

Ad un certo punto però in quel mondo ristretto dalla rabbia e dall’insoddisfazione s’insinua l’immagine di una coppia felice, Megan e Scott Hipwell, i vicini dell’ex marito Tom. Questi sono effettivamente giovani e innamorati ma nella mente di Rachel sono l’evanescente speranza di essere così. Li vede perfetti, uniti, puri. Nessuna storia tuttavia lo è. Un giorno Megan viene vista Rachel con un altro uomo sul balcone di casa. Da questo particolare la donna costruisce l’intera storia di un tradimento di cui sarebbe responsabile Megan. Rachel così proietta la propria  tragedia interiore in quella dell’altra coppia ed inizia ad indagare nella vita di Megan per portare a galla la verità sulla sua fedeltà matrimoniale, sul modo in cui conduce la vita di coppia e il mistero in seguito della sua improvvisa scomparsa. Questo inventato misfatto però ne svela altri più grandi e reali per cui la storia avrà esiti tragici.

Il film, come anche il libro, attraverso la lente del finestrino del treno mettono in guardia dalla visione personale che i singoli hanno della realtà intorno a sé. Non è possibile guardare alle vite altrui come ad un lato possibile o improbabile del nostro destino. Ci si interroga se siano le nostre sofferenze e i nostri desideri a plasmare la nostra vita o viceversa. Non sono solo gli altri, le persone che ci tradiscono a farci del male, anche noi stessi nei momenti di dolore tendiamo ad essere dominate dalle nostre stesse fantasie e dai pensieri, che sovente, come in questo caso prendono la forma di spietate perversioni.

Annalisa Davide

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