23/10/2016
Libri: ‘Il nuovo Barnum’, di Alessandro Baricco

‘Il nuovo Barnum’ è il titolo dell’ultimo libro di Alessandro Baricco; è un titolo che certamente richiama alla memoria dei lettori due precedenti pubblicazioni dello stesso autore: Barnum (1995) e Barnum 2 (1998). Ma che significa Barnum? Questo nuovo libro è la prosecuzione di cosa? E perché, pur essendo una raccolta di saggi e articoli è, secondo l’autore, un romanzo?
Abbiamo conosciuto Baricco attraverso ‘Seta’, ‘Senza sangue’, ‘Oceano mare’ e ‘Novecento’ e altri racconti, romanzi e sceneggiature ma il mestiere di scrittore non è l’unico che l’ha impegna. Da tanti anni ormai redige articoli per alcune delle più importanti testate giornalistiche italiane, tra le quali ‘La stampa’ di Torino e La Repubblica. Proprio su una per una di queste testate ha ideato la rubrica ‘Barnum’ nella quale concentrò una serie di riflessioni, critiche e osservazioni sulla società corrente. Era un livello di scrittura del tutto personale; alla sagacia della critica, nella forma di saggio-articolo s’intersecava l’audacia di scrittore, un po’ troppo legato alle proprie idee. Da quel momento Barnum è sinonimo della spazio che Baricco prende ogni qual volta che decidere di fare un assalto ai tempi che cambiano, filtrati attraverso gli accadimenti più determinanti. Così nel 1995 e nel 1998 escono Barnum e Barnum 2, raccolte di saggi e articoli che si sono susseguiti a un ritmo febbrile.
Il 29 settembre 2016 esce così ‘Il nuovo Barnum’; a Napoli è stato presentato venerdì 14 ottobre nell’affollata cornice della Feltrinelli di Piazza dei Martiri. Come i due precedenti anche quest’ultimo Barnum è edito da Feltrinelli e rispetta formalmente tutta la struttura e il senso dei precedenti. Quasi vent’anni di articoli, saggi, interventi. E alla domanda perché Baricco non ha scritto, ancora una volta, un romanzo, l’autore risponde preventivamente nell’introduzione, un po’ troppo autoreferenziale, alla nuova pubblicazione. Raccontare la realtà attraverso le parole dei propri articoli sparsi negli anni, secondo quindi il lavoro di un giornalista, titolo che in questa caso l’autore torinese preferisce a quello di scrittore, è come scrivere un romanzo necessario. Si tratta un po’ estremamente di un romanzo di attualità, dove effettivamente gli eventi narrati riguardano tutti. Nell’ultimo volume così troviamo il ricordo della caduta delle Torri Gemelle; subito dopo i terribili istanti dell’attentato, si vede lo scrittore colto, quasi folgorato, dall’atto di scrivere, raccontare, riversare le prime impressioni e le domande generate dallo sconcerto in pagine della memoria.
‘Il nuovo Barnum’ più che mai, visto il passivo e generale sguardo nel quale sembra immersa anche la lettura, testimonia, anche se in modo po’ bizzarro e non sempre lineare, una grande verità. Che in questo momento forse il giornalismo può salvaguardare un certo interesse per la letteratura, diventare fruitore di essa attraverso la propria intrinseca capacità di immediatezza. In un momento e in un mondo, che come sottintende il vocabolo Barnum, sono un circo matto, indomabile, sporco di inganni, la possibilità di sceverare più in fretta, ma non senza accuratezza di dettagli, gli accadimenti che non si possono non conoscere perché ci circondano e a non leggerli ci intrappolano.
Annalisa Davide

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