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06/10/2016

Libri: 'Il giardino di Amelia', di Marcela Serrano

Libri: 'Il giardino di Amelia', di Marcela Serrano

Settembre è volto al termine con l’uscita de ‘Il giardino di Amelia’, di Marcela Serrano, per la collana di narrativa di Feltrinelli. Affascinante, semplice e penetrante è la scrittura che ci fa rivivere i misteriosi e terribili anni della dittatura di Pinochet. Questo libro arriva nel momento giusto, poco dopo le Olimpiadi di Rio, per farci conoscere un volto del Sud America che pochi hanno saputo riportarci con parole così gentili e femminee.

Sono gli anni ’80, in Cile, anni nei quali il paese vive le tragiche vicende di stato del dittatore Pinochet; anni nei quali al giovanissimo protagonista, Miguel Flores tocca un destino comune a tanti: essere allontanato dalla propria città e spedito al confino. Lo stato dice che si tratta di un rivoluzionario, un sovversivo, un uomo pericoloso, che improvvisamente si trova a stare vicino una vasta tenuta appartenente ad una potente latifondista di nome Amelia. La Novena, questo il nome della tenuta, del giardino, fa da sfondo a tutta la vicenda. Lì Miguel e Amelia leggono insieme, si affezionano, discutono di letteratura e passioni. Amelia, infatti, è una donna estremamente colta, vedova con figli, non più giovanissima, che ama raffinate letture. Il suo punto di riferimento è stata sempre una sua cugina Sybil, una donna tenace che lavora in una casa editrice in Europa, a Londra. A mano a mano che il dolce tempo trascorre i due protagonisti si avvicinano sempre di più, al punto che lui si trasferisce a vivere a casa di lei. La convivenza conferma e approfondisce la tenerezza del loro fino a quando improvvisamente l’armonia si spezza: un plotone di soldati fa irruzione a casa della donna dichiarando di aver trovato delle armi nascoste che appartengono al giovane. Miguel vie portato via dai soldati, si mette presto e abilmente in fuga, mentre Amelia subisce un trattamento durissimo; è torturata, interrogata e fatta prigioniera. Solo dopo viene  appurata la sua estraneità ai fatti.

Il destino di Amelia tuttavia viene reso solo più tardi a Miguel tramite la cugina Sybil. Quando il protagonista apprende delle torture e dei sospetti che hanno riguardato la vedova, inizia a tormentarsi e dubitare della propria vita; serpeggia un dannato senso di colpa e la coscienza è come perennemente irrisolta. A questo punto Miguel reagisce radicalmente dal profondo del cuore per la prima volta nella sua esistenza. Ritorna in Cile e inizia a fare i conti col proprio passato; è pronto a trovare le risposte che non lo costringeranno più a sentirsi un esiliato, un uomo rifiutato rigettato dalla patria e dalle idee.

È una storia densa di emozioni contrastanti che rende bene l’idea della tumultuosa esistenza di quanti vissero quegli anni bui. È una testimonianza e al contempo un atto di liberazione. Chi ricorda quel tempo, come certamente la scrittrice che è nata nel 1951, sa che la libertà di pensiero e di parola non sono sempre assicurate. Oggi come ieri tuttavia c’è chi non rinuncia alle conquiste del tempo; è per questo che queste pagine infondo coraggio, perché Marcela Serrano non si ripiega sulla tragedia del suo paese, ma cerca anzi attraverso l’amore una rivoluzione nuova.

Annalisa Davide

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