16/09/2016
Libri: ‘Il passeggero del Polarlys’, il capolavoro di Georges Simenon’

‘Il passeggero del Polarlys’ (Le Passeger du Polarlys) fu edito per la prima volta in Italia da Mondadori nel 1934 e nel 2016 ritorna nelle librerie del nostro paese con un’edizione nuova di Adelphi. È un capolavoro singolare nella sconfinata produzione del grande scrittore belga che i più ricordano per il suo celebre personaggio poliziesco, il commissario Maigret.
Nel porto di Amburgo nave Polarlys è pronta a partire per la Norvegia; lì avverrà un tipico scambio di merci. Si lasceranno carni salate, macchine e frutta per riportare in Germania tonnellate di merluzzo. L’equipaggio è l’insieme di personaggi tipici della narrazione simenoniana. Essi sono una manciata di marinai, quattro passeggeri e il capitano della nave Petersen. Il piroscafo si trova ormeggiato alla postazione diciassette, intorno viene descritto un clima quasi glaciale con una nebbia densa; il mese di febbraio volge al termine.
Circa mezz’ora prima che la nave salpi, Petersen, mentre passeggia sul ponte della nave maleodorante di merluzzo, viene colto da un presagio di sventura. Egli riconduce questa sensazione alla presenza di un marinaio diciannovenne olandese, un inesperto ufficiale, di nome Vriens. Tuttavia egli nota un’altra nuova presenza nell’equipaggio: uno spalatore di carbone sui quaranta, dal fisico imponente, un ex galeotto del carcere di Colonia, con il vizio del fumo, la barba incolta e l’aspetto trasandato.
La nave è già salpata da un pò ma percorre ancora il fiume quando si avvicina l’ora di cena e i passeggeri con il capitano si riuniscono al tavolo. Tra i quattro passeggeri spiccava una meravigliosa donna, dall’aspetto tipicamente nordico, dal fascino misterioso, di nome Katia Storm. Tuttavia oltre lei a cena si erano presentati solo due passeggeri maschili su tre. Questi erano un ragazzo piuttosto strano, un po’ pauroso, con un aspetto duro e cattivo, e Bell Evjen, dirigente delle miniere Kirkenes. Manca soltanto Ernst Ericksen, un danese i cui bagagli erano rimasti ancora nella cabina 18. Dov’è finito quest’ultimo?
In un clima pesante, stringente, si sviluppa uno dei romanzi noir più belli di sempre. La tensione è perfetta e altissima, non cede mai. Come i classici che Simenon dimostra di conoscere e reinterpretare con abilità e originalità, il giallo è inquietante e attrae come una calamita fino all’ultima pagina. Dal punto di vista dell’ambientazione questa storia rappresenta un caso un po’ isolato nella produzione dell’autore. Di norma attraverso le sue righe ritroviamo spazi enormi, paesaggi di libertà descritti con l’accuratezza di un reporter, quale Simenon davvero fu.
Forse questo libro, che molti credono sia stato il suo primo romanzo, è la prova della completezza dell’opera di Simenon. In questo consiste la sua abilità di scrittore; raccontare, descrivere, sezionare uno stesso mondo, e portarlo alla luce attraverso frammenti unici e contrastanti, che rappresentano una società nell’atto di vivere.
Annalisa Davide

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