napoleggiamo
up
home

01/08/2016

Libri: Tumulto’ di Hans Magnus Enzensberger

Libri: Tumulto’ di Hans Magnus Enzensberger

Normalmente è molto difficile scegliere una lettura estiva. Anche per chi lavora e non va in vacanza, il caldo c’è e si sente; nelle pause vorremmo rilassarci e magari proprio con un bel libro. Ma quale scegliere visto che la temperatura ci abbatte un po’? ‘Tumulto’ di Hans Magnus Enzensberger, edito da Enaudi, è una gran bella risposta.  Lo scrittore tedesco che già di per sé ha un profondo vissuto nella letteratura, avendo scritto anche opere drammaturgiche e raccolte di poesie, ha deciso di raccontare la propria storia attraverso un alterego che inventa o meglio resuscita da quella vita che non ha vissuto ma sarebbe stata molte volte preferibile. A quasi ottantacinque anni si cimenta così nella costruzione di un autoritratto letterario dai tratti intensi e dal difficile sguardo agli sconvolgenti anni ’60 e ’70 del Novecento.

Al principio della narrazione, il tumulto di cui parla l’autore è una commistione confusa di avvenimenti storici e dissidi interiori. Vivere a pieno se stessi, la letteratura, l’arte e il pensiero significa vivere il proprio tempo e a quanto pare certe volte restare incerti di quale sia stato il fattore scatenante dei nostri problemi esistenziali, se esterno o interno a noi. Per questo motivo l’anziano Enzenberger  inizia ad esercitare la memoria, attraverso articoli di giornali appartenuti al secolo breve e rimasti poi in cantina, e interroga un giovane Hans che non ha ancora compiuto quarant’anni.

Comincia una carrellata matta e ricca di ricordi che appare disordinata, continuamente ironicamente polemizzata, e disincantata per raccontare gli anni Sessanta della Berlino Ovest senza quel moralismo e quei luoghi comuni tipici di chi si distanzia storicamente da certi fatti ma non li rinnega, al massimo li ricomprende. Ecco allora che appare subito lo spirito provocatore dello scrittore che compie un rituale di toni forti e parole intrappolate nella debolezza del ricordare che come agitava le consuetudini borghesi e gli ambienti intellettuali della Berlino postbellica, così oggi realizza un’opera autenticamente sperimentale.

La parte fondamentale e centrale del libro è così riassunta in uno sdoppiamento costante: da una parte un trentenne che polemizza contro la politica dei suoi anni, impiegato in una letteratura feroce alla quale apparteneva anche Sartre, che viaggia nell’ex Unione Sovietica, dall’altra un anziano che si occupa di saggistica, narrativa e poesia. I dialogo trai due veste di assurdo e la ricerca di un equilibrio, un filo logico e formale tra presente e passato è prigioniero di un collage quale si configura il racconto di tutta la vita.

Nessuno dei due personaggi può allora soddisfare l’altro. Ma forse è proprio la possibilità di aver dato sfogo alle incongruenze dell’animo che rende l’autore libero e reale e il ragazzo un’evanescente e falsamente malinconica illusione di avere a disposizione un modo per conoscere quanto è già passato.

Lo sdoppiamento, la retorica come strumento di ricerca delle verità, il dialogo come forma espositiva sono tecniche narrative impiegate qui al massimo della potenza e già note alla storia della letteratura, ma l’inquadramento di queste nella formazione di un autoritratto letterario pazzo e magnifico e senza autoreferenzialità collocanoEnzensberger, malgrado la difficoltà generale attuale a delinearlo, nell’orizzonte dei classici di questo millennio.

 

Annalisa Davide

twitter

Spazio Sponsor: