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27/06/2016

Cinema: Un americano a Parigi. Il 'capolavoro' torna sul grande schermo dopo 64 anni

Cinema: Un americano a Parigi. Il 'capolavoro' torna sul grande schermo dopo 64 anni

Il 9 giugno è ritornato nelle sale italiane il capolavoro di Vincente Minnelli, ‘Un americano a Parigi’, che fu presentato a Cannes per la prima volta nel 1952. Oggi la pellicola viene riproiettata dopo un accurato restauro. È un film musical che negl’anni ’50 ebbe molto successo, aggiudicandosi svariati importanti premi del settore, trai quali l’Oscar come miglior film, migliore sceneggiatura, scenografia fotografia, colonna sonora e regia, e il Golden Globe come miglior film.

I protagonisti Jerry Mulligan, Lise Bouvier, Adam Cook, Henri Baurel e Milo Roberts, interpretati rispettivamente da Gene Kelly, Leslie Caron, Oscar Levant, Georges Guetarys e Nina Foch, oltre agli innumerevoli interpreti non protagonisti e alle comparse, raccontano una storia fantastica di amore puro espresso attraverso la duplice forma dell’amicizia e della relazione sentimentale. A fare da sfondo alle vicende c’è una Parigi oramai lontana del tempo, quella del secondo dopoguerra, carica ancor più che oggi del suo fascino romantico, dipinto di luci e colori onirici nutriti dalla scenografia e dai costumi sgargianti, quasi tipici di un allestimento teatrale. La storia inizia e prosegue con un ritmo abbastanza intenso, in cui si alternano diversi colpi di scena che permettono di raccontare i fatti attraverso un tono generale che non cala mai.

Tutto inizia con il pittore Jerry e il pianista Adam che sono appena diventati vicini di casa nella capitale francese. Subito compare il personaggio di Henri, cantante, che chiude questo duo che si cimenta in gustosi live nel caffè vicino l’abitazione degli artisti. Entra allora in scena Milo Roberts una facoltosa e affascinante donna americana che sovvenziona la mostra di pittura che Jerry si accinge ad allestire.

Contemporaneamente il pittore conosce Lise, una sorridente e semplice ragazza di nazionalità francese, che appare totalmente diversa da Milo; Lise parla poco di sé e forse anche una sua riservatezza contribuisce a far innamorare Jerry di lei. L’uomo le si vuole dichiarare nel corso del tradizionale e famoso Ballo delle Belle Arti, ma durante la festa accade qualcosa di inaspettato. Sebbene si intraveda in Lise un forte sentimento nei confronti del pittore, lei non gli si può concedere perché sa che sposerà un altro uomo, ovvero Henri, perché durante la guerra rimase orfana, visto che i genitori presero parte alla resistenze, e solo quest’uomo si prese cura di lei. Q

uesto è l’unico momento in cui forse la tristezza penetra e sembra far dirottare l’intero amore trai due. Jerry accompagnerà solo con lo sguardo la sua amata che sale su un taxi in compagnia di Henri. Questa scena ne prepara un’altra finale che ricorda molto, in un qualche modo, il finale di Pretty Woman; infatti poco dopo, nell’andare via dalla festa, Henri comprende che ciò che spinge Lise a sposarlo non è amore ma profonda gratitudine. Così lascia la propria donna verso il suo amore, completando forse in questo modo l’opera di salvezza della giovane donna.

È un film da vedere; è un po’ l’archetipo del genere romantico statunitense, nella sua originale tecnica narrativa fiabesca che imprime nella musica, l’arte dell’astrazione per eccellenza, quei sentimenti che non hanno bisogno di parole.

Annalisa Davide

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