08/06/2016
Cinema: 'Fiore', il nuovo film di Claudio Giovannesi

Fiore è l’ultimo film di Claudio Giovannesi, selezionato dalla Quinzaine a Cannes ed è uscito nelle sale italiane a fine maggio; è il terzo lungometraggio del regista romano, classe 1978. Già autore di tre documentari, Giovannesi, che è il compositore delle musiche dei propri film, propone una storia d’amore inedita nel cinema attuale, densa del confronto tra la libertà fisica e quella mentale.
I protagonisti sono un diciottenne, Josh, e Daphne, una diciassettenne esile e apparentemente dura. In comune hanno la pena per rapina a mano armata e la determinazione ad uscire, che a poco a poco si svela, dalla condizione della detenzione, dell’essere ragazzi e vivere dietro le sbarre. Anche nel carcere sono distanti, l’uno sta nella palazzina maschile, l’altra alloggia nella parte femminile. Il contatto trai due stabili è ridotto all’osso; ragazzi e ragazze si incontrano di rado, alla messa, si guardano attraverso le grate che separano i rispettivi campi da calcio e da pallaavolo. Non esiste altra comunicazione che quella permessa dagli sguardi.
E proprio a questi ultimi i protagonisti si affidano per conoscersi e poi innamorarsi. Nel segreto di un amore che si concede clandestinamente qualche breve epistola trasportata nei carrelli della mensa, i giovani indagano intimamente la libertà di sognare. Quando alla fine i due riescono ad incontrarsi fuori dal carcere, al pubblico non spetta un finale idilliaco, ma un ennesimo sguardo, una nuova scena muta, una profonda, attuale serie di domande che può portarsi a casa: riusciremmo noi, senza mezzi di comunicazione sofisiticati a far comprendere la forza delle intenzioni? La necessità di amare e di fare il possibile per la persona che amiamo, ci basterebbe? Riusciremmo dunque a vivere la realtà al suo massimo grado e cioè sognando?
Il bello e la potenza di questo film è il suo cast: totalmente assortito di volti praticamente sconosciuti, di attori non professionisti. Tra questi spicca solo Valerio Mastandrea come professionista che però ha la qualità di saper relazionarsi perfettamente con attori meno esperti. È questa una qualità da non poco per una stella, non offuscare le altre che meritano un posto nel cinema come Josciua Algeri e Daphne Scoccia, i due attori protagonisti, e Josh e Daphne, i loro personaggi, ragazzi di Casal di Marmo, luogo reale che traccia storie dal basso e nel silenzio, dove le persone hanno poche speranze di essere figli liberi perché per primi i genitori spesso sono stati non estranei alla galera. Fiore racconta il lato oscuro, estremo, esasperato del mondo degli adolescenti di oggi; lo fa con una cura documentaristica e l’innocenza degli errori che Giovannesi riconosce ai protagonisti che fortunamente tradisce l’aspetto di documentario e ci mette davanti ad un film, ad uno dei più belli di quest’anno.
Fiore è un film di difficile interpretazione, va guardato con la stessa attenzione che il regista impiega nella rappresentazione, ma gli adolescenti di oggi potrebbe non solo capirlo, come gli adulti potrebbero altresì farlo proprio; tutti potrebbero ristabilire le coordinate dell’illusione del conoscere un mondo dietro uno schermo.
Annalisa Davide

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