16/03/2016
Arte: Toulouse-Lautrec, 170 litografie per rivivere le atmosfere parigine

Il Museo dell’Ara Pacis di Roma, sempre attento all’arte contemporanea, ospita fino all’8 maggio un’interessante mostra dedicata ad Henri de Toulouse-Lautrec, pittore ed illustratore francese del tardo Ottocento, famoso soprattutto per aver rappresentato con le sue opere la affascinante realtà Bohemien parigina. La mostra, promossa e prodotta da Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia Group e organizzata con Zètema Progetto Cultura, consente di ammirare alcune tra le più importanti opere, circa 170 litografie, di Toulouse-Lautrec, provenienti dal Museo di Belle Arti di Budapest.
Audemars Piguet Replica L’attività artistica del pittore francese, tra i più significativi del tardo Ottocento, può essere inserita nella corrente del Post Impressionismo, ebbe grande influenza sull’Espressionismo e pose le basi, grazie all’attenzione dedicata alla linea, per la successiva nascita della cultura figurativa Liberty. Le linee decise, i contorni netti, l’uso innovativo dei colori, il sapiente uso della tecnica litografica, l’attenzione dedicata ai personaggi-colti in atteggiamenti bizzarri ed espressioni parossistiche-la resa dello spazio circostante, l’originale punto di vista, la capacità di rendere il movimento, sono alcune tra le caratteristiche salienti della produzione di Lautrec, che emergono in tutta la loro forza nelle opere esposte.
Lautrec fu inoltre il primo pittore a realizzare veri e propri manifesti, soprattutto per spettacoli teatrali e di cabaret, aprendo la strada alla grafica d’autore.
La salute precaria (era affetto da osteogenesi imperfetta e morì a soli 37) rappresentò probabilmente per il pittore francese una delle ragioni per rifiutare lo stile di vita borghese a cui era destinato-era discendente di una nobile ed antichissima famiglia-e per scegliere di vivere fuori dagli schemi, ai margini della società, nell’ambiente dissoluto del quartiere parigino allora sede preferita non solo di artisti ma anche di prostitute, barboni e reietti, Montmartre. È proprio dallo scambio culturale con altri artisti, pittori, letterati e musicisti, nonché dallo stretto contatto con gli emarginati della società, con cui strinse rapporti di genuina familiarità, che originano illustrazioni, locandine, copertine di libri, spartiti e riviste che costituiscono il cuore pulsante della mostra e consentono al visitatore di immergersi nella pittoresca e malfamata vita-soprattutto notturna-della Parigi dell’epoca. I caffè chantant, i cabaret e i locali più famosi, Moulin Rouge, Chat Noir, Divan Japonais e le maisons closes (bordelli) divennero così allo stesso tempo i luoghi dove l’artista amava trascorrere il suo tempo e la grande fonte di ispirazione per le sue opere, che furono sempre permeate di un’intensa umanità, pur rappresentando in gran parte momenti di piacevole intrattenimento.
Protagoniste assolute della mostra e di gran parte dell’attività artistica di Lautrec sono le donne: cantanti, donne conosciute per caso, ballerine, prostitute. Molte artiste, da Jane Avril a Yvette Guilbert, da Goulou (Louise Weber) all’americana Loïe Fuller, con le sue eccentriche danze di veli colorati, dovettero la loro notorietà proprio all’attenzione e al profondo interesse del pittore francese
In definitiva, quella dedicata a Lautrec, è una mostra “consigliatissima”, soprattutto per gli amanti delle atmosfere parigine di un tempo ormai lontano.
Maria Marobbio

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