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29/02/2016

Musica: 'Hydruntum' e la storia degli Araputo Zen

 Musica: 'Hydruntum' e la storia degli Araputo Zen

L’11 dicembre 2015, presso lo store Mondadori di piazza Vanvitelli, nel quartiere Vomero di Napoli, è stato presentato Hydruntum, un album di otto tracce prodotto dal quintetto manouche Araputo Zen. Il nucleo embrionale del gruppo, formato attualmente da Bruno Belardi al contrabbasso, Pasquale Benincasa alle percussioni,  Dario De Luca e Valerio Middione alle chitarre e Alfredo Pumilia al violino,  nasce quattro anni fa, durante una vacanza ad Otranto (da cui l’album prende il nome nella dizione latina). Già durante quella vacanza la band, che oggi ha l’età media di ventotto anni, ha chiaro che il genere in cui può essere inquadrata è il jazz manouche, molto diffuso specialmente in Francia e di tendenza oramai svariati decenni fa. È un genere dai ritmi sanguigni e zingareschi, poco cantato come dimostra anche la totale assenza, nel disco, di voci e testi.

A Napoli e in Campania sono pochi a praticare questa musica ma il risultato delle serate degli Araputo Zen è cristallino: le persone ballano, restano fino alla fine del concerto, chiedono il bis, come dimostrano felicemente anche i concerti successivi all’11 dicembre scorso. In particolare le città di Pisa, Perugia e Roma che hanno accolto il primo tour di Hydruntum hanno dimostrato che questi giovani napoletani hanno un’energia che piace, forse anche dovuta all’armonia delle influenze musicali assai eterogenee che caratterizzano le varie personalità dei musicisti ma che poi trova un’irrinunciabile mescolanza di suoni. Si distinguono in questo senso soprattutto le sonorità del brano Madre in cui è riversata la densità dell’esperienza personale del compositore De Luca.

Il disco, che è disponibile sulle piattaforme I-tunes, Spotify, e di cui si ritrovano alcuni estratti anche su Youtube, ha avuto una gestazione di circa un anno, lascia così ben sperare che gli Araputo Zen dal prossimo autunno rientrerà negli studi di registrazione e fino a quel momento non cesserà di frequentare i locali di Napoli e dintorni, come dimostrano la data del 19 marzo a Sorrento e del 16 aprile alla Spritzeria di Via Bellini nel centro storico partenopeo. 

Araputo Zen, però, è molto più di un gruppo di ragazzi che suona e Hydruntum allo stesso modo non è semplicemente un piacevolissimo album che fa venire voglia di ascoltare musica dal vivo. Essi rappresentano il tentativo, tutt’altro che anacronistico e tuttavia poco di tendenza, di restituire a tutti  giovani amanti della musica, attraverso inedite composizioni, la possibilità di credere che tutti hanno bisogno di ascoltare musica dal vivo e lavorare ad un disco, quando impazza l’uso dei programmi digitali, è un’esperienza umana che richiede sacrificio e riflessione comune, che può tenere uniti tanti sogni per fare qualcosa di unico che nient’altro ci può dare: emozionarci e ballare.

Annalisa Davide

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