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26/05/2025

Napoli, bilancio di un'annata storica e di uno scudetto che ha dell'incredibile

Napoli, bilancio di un'annata storica e di uno scudetto che ha dell'incredibile

Partiamo con una domanda: quanti a inizio anno avrebbero detto che il Napoli avrebbe vinto lo scudetto? Pochi a voler essere ottimisti, forse c'era chi ipotizzava un campionato positivo, la riconquista di un piazzamento europeo e qualcuno a bassa voce magari parlava anche di qualificazione in Champions League. Perchè quando l'anno precedente chiudi decimo a 41 punti da chi ha vinto il titolo se pensi allo scudetto sei folle. O sei Antonio Conte. Quello che sa come si vince in Italia ma anche all'estero come al Chelsea quando prese una squadra finita decima e la portò a vincere la Premier League.

Ma qui è stato decisamente più complicato rispetto all'annata inglese, perché il tecnico ha trovato le macerie di una stagione disastrosa e ha avuto meno di due mesi per costruire una squadra alla quale dare credibilità e dignità calcistica. Sì, dignità, perché l'anno scorso il Napoli aveva perso anche quella, disonorando lo scudetto sul petto con un anno dove ha sbagliato tutto. La società ha capito gli errori e in estate ha fatto la sua parte investendo cifre importanti ma, per colmare le voragini che si erano aperte, sarebbe servito un mercato in stile arabo. Impossibile anche solo da pensare.

E allora si sono coperte le falle più grandi ad iniziare dalla difesa con l'arrivo di Buongiorno. Un acquisto indovinato anche se l'ex granata a causa di alcuni infortuni ha giocato solo 22 gare su 38. Ed è stato rivitalizzato Juan Jesus che quando è stato chiamato in causa ha fatto la sua parte con 15 presenze tutte senza sbavature.

Convinto Di Lorenzo a restare, il tecnico ha fatto la stessa con Anguissa che in questa stagione è tornato sui suoi livelli: anzi, è migliorato impreziosendo con 6 reti e 5 assist le 35 gare disputate. Lobotka forse è uno dei pochi che non ha beneficiato della cura Conte: era forte, ed è rimasto tale e purtroppo quando gli infortuni lo hanno tenuto fuori si è sentita la sua assenza. Non tanto per Gilmour che ha provato a sostituirlo, ma sono due giocatori con caratteristiche diverse e specie in fase di ripartenza e nello spezzare le azioni avversarie tra i due c'è un abisso.

Poi, il colpo dell'anno è arrivato con l'ingaggio di McTominay: 12 gol e 6 assist e un punto di riferimento costante. Un impatto sul campionato italiano devastante che gli è valso il titolo di migliore giocatore del torneo. Meritatissimo.

In attacco ci sono stati i maggiori cambiamenti, ad inizio stagione ed in corso: e qui le cose non si possono dire che siano migliorate. Perché perdere Osihmen e Kvaratskhelia significava aver rinunciato a fantasia e prolificità del settore. Sono arrivati Lukaku e Neres che hanno disputato una buona stagione, ma il confronto in termini di gol ed assist è stato decisamente impietoso. Nonostante tutto, il Napoli ha viaggiato quasi da subito a ritmi scudetto.

44 punti nel girone di andata e campione d'inverno sono stati la base su cui costruire il trionfo perchè era abbastanza chiaro che questa sarebbe stata una stagione il cui successo sarebbe arrivato con un punteggio basso. Purtroppo per il Napoli nel girone di ritorno sono sopraggiunti infortuni a raffica che hanno rallentato, ma non compromesso, la rincorsa al titolo. Perché, numeri alla mano, negli ultimi 5 mesi il Napoli ha perso una sola gara, a Como a differenza delle altre pretendenti che sono incappate in diverse sconfitte. E in questa fase si è visto il carattere della squadra che non ha mollato mai, ha sofferto, ha portato a casa pareggi importanti quanto determinanti e che poi hanno fatto la differenza.

La difesa granitica ha tenuto spesso (sarà la migliore tra i 5 campionati in Europa) e nel finale di stagione con Neres, Lobotka e Buongiorno infortunati il Napoli si è appoggiato alle giocate e al carattere di McTominay che ha trascinato gli azzurri.

Diversi sono stati i momenti delicati di questa annata, ci piace ricordarne alcuni che forse meritano una menzione particolare: la rete di Billing a fine partita nello scontro diretto con l'Inter; non avesse pareggiato, per il Napoli, a livello mentale, sarebbe stato duro recuperare lo svantaggio. Il rigore parato da Meret contro il Milan: non vincere quella partita avrebbe compromesso la rincorsa e poi il gol di McTominay a Monza: una rete al termine di una gara vinta giocando male ma che è stata decisiva per riprendere l'Inter.

Tre momenti speciali ma anche alcuni dati oggettivi che testimoniano la supremazia e chi abbia meritato il titolo: detto della difesa, si deve rimarcare il numero delle giornate in cui il Napoli è stato avanti, ben 23.

Poi i punti fatti da Napoli e Inter con le prime 8 del campionato: 30 a 21 per gli azzurri segno evidente che nelle gare più importanti il Napoli si sia dimostrato più solido perdendo punti invece contro formazioni di seconda fascia che fanno della difesa ad oltranza il principale modo di giocare. Insomma una stagione esaltante nei numeri e trionfale sotto il profilo della conquista del quarto scudetto. Adesso è troppo presto per pensare al futuro, per capire se sarà Conte o no a guidare il Napoli nella prossima stagione. Ancora per qualche giorno godiamoci questo trionfo, il futuro è azzurro ma per ora può attendere...

Antonio Procopio

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