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04/03/2024

L'analisi del giorno dopo: Napoli, ancora Raspadori contro la Juve e si ritorna a sperare

L'analisi del giorno dopo: Napoli, ancora Raspadori contro la Juve e si ritorna a sperare

"Siamo sulla buona strada ma c'è ancora tanto da lavorare". Le prime parole di Francesco Calzona, al termine della vittoria sulla Juventus, sono rassicuranti quanto oggettive. A chi gli chiedeva se il Napoli avesse ormai trovato una identità, il tecnico ha risposto smentendo questa tesi. E meno male, perchè vuol dire che Calzona ha perfettamente inquadrato la situazione e capito come e dove mettere mano per provare una rincorsa molto complicata. Poi è chiaro che, battere la Juventus abbia sempre un sapore particolare, quando il successo arriva ancora una volta a fine partita vale di più. E se poi segna Raspadori, come lo scorso aprile a Torino, allora il cerchio della felicità si chiude in un trionfo. Ma sarebbe un errore lasciarsi trasportare dalla vittoria, perchè la gara di ieri sera ha detto che ci sono diverse cose che devono ancora essere migliorate. A centrocampo il Napoli, specie sulla fascia sinistra, ha sofferto con Olivera che non è riuscito a mettere un freno alle iniziative della Juventus. E come ha ammesso a fine gara anche Allegri, la sua squadra aveva preparato la gara cercando di dare ampiezza su quella fascia visto anche la minore copertura di Kvaratskhelia. Sarebbe dovuto toccare a Traorè assicurare assistenza difensiva e collegamenti in fase offensiva. Aspetto riuscito solo a metà visto che l'ivoriano, con i suoi movimenti, ha permesso a Kvaratskhelia di evitare il raddoppio sistematico ma non ha garantito adeguata copertura difensiva.

E se, nel primo tempo Vlaovic avesse fatto il Vlaovic in tre circostanze, il Napoli avrebbe preso gol. Invece in gol è andato Kvaratskhelia con una rete che ne ha ricordato una molto simile fatta da Insigne qualche anno fa sempre ai bianconeri. Nella ripresa invece la partita ha detto che il Napoli è stato più in controllo. Tranne una conclusione sbagliata da Cambiaso, gli azzurri hanno sofferto molto meno l'iniziativa della Juventus. I cambi effettuati hanno dato maggiore qualità con Zielinski e Raspadori al posto di Traorè e Politano, oltre a quello forzato di Ostigard per l'infortunato Rrahmani. Tanto che il pareggio di Chiesa, all'82', è arrivato in un momento in cui la partita viveva una fase di stanca.

L'aspetto migliore del Napoli è stato quello di non essersi abbattuto e di essere tornato ad occupare il campo e l'area di rigore avversaria. Poi quando hai in campo Osimhen giochi con una marcia in più: il nigeriano arriva sempre prima degli avversari sul pallone e inevitabilmente subisce falli; su uno di questi è arrivato il rigore decisivo. Bravo Raspadori che è scattato come un fulmine sulla respinta di Szczesny e ha messo dentro decretando la quinta vittoria consecutiva del Napoli sulla Juventus al Maradona. Settimo in classifica, la rincorsa ad un piazzamento in Europa continua per il Napoli ma serve continuità di gioco e risultati. Venerdì arriva il Torino e c'è da vendicare un pesante 3-0 subìto all'andata nella partita forse peggiore disputata dagli azzurri. In questa stagione il Napoli non ha mai vinto tre partite di fila: un successo contro i granata significherebbe concretamente aver dato un'inversione di marcia ad una stagione molto tribolata.

Antonio Procopio

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