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23/05/2022

L’analisi di un anno dopo. Napoli, le due facce di una stagione comunque positiva

L’analisi di un anno dopo. Napoli, le due facce di una stagione comunque positiva

Terzo posto in classifica con 79 punti e rientro in Champions League, eliminati agli ottavi di Europa League e di Coppa Italia. In sintesi la stagione degli azzurri ha detto queste cose. Proviamo a capire e analizzare cosa c’è stato di positivo e cosa invece non è andato come avrebbe potuto. Partendo dal campionato che è da sempre il piatto forte; 24 vittorie, 7 pareggi e altrettante sconfitte: migliore difesa a pari merito col Milan (31 gol subiti) e terzo attacco (74 reti all’attivo) dietro Inter e Lazio. Ma il dato più eloquente è che dei 79 punti conquistati (39 all’andata e 40 al ritorno, quindi estremamente costante l’andamento degli azzurri) ben 43 sono arrivati in trasferta.

Fin troppo facile capire che i rimpianti per non essere arrivati fino in fondo a lottare per la conquista dello scudetto siano arrivati dalle gare casalinghe. Se il Napoli avesse fatto gli stessi punti anche al Maradona sarebbe stato appaiato al Milan scudettato (ma con una migliore differenza reti). Ma il terzo posto finale con due punti in più rispetto alla passata stagione è indiscutibilmente un risultato positivo e per diverse ragioni. Rientrare nella Champions League è motivo di soddisfazione per il Napoli che in sede di mercato potrà fare valere questo aspetto per provare ad essere più attrattivo con giocatori che vogliono mettersi in mostra nella migliore vetrina internazionale. In più i proventi che arriveranno aiuteranno la società a fare mercato visto che, nelle ultime tre sessioni (senza la qualificazione In CL da due anni), sono arrivati solo giocatori svincolati o prestiti.

Poi c’è da fare un discorso più ampio e sicuramente più indicativo e veritiero: il Napoli è la quinta società italiana per fatturato, arrivare terzi significa aver fatto meglio di due club che avevano a disposizione maggiori risorse economiche e basterebbe solo questo per far capire ai tifosi più oltranzisti e delusi il reale valore del campionato appena concluso. Certo, la possibilità di vincere lo scudetto è stata concreta ma sulla strada degli azzurri si sono frapposti diversi ostacoli per la conquista del tricolore: in primo luogo l’autunno nero più che azzurro con un numero elevatissimo di infortuni (aspetto che andrebbe approfondito) che hanno causato una frenata e fatto perdere quella continuità evidenziata nei primi due mesi.

Di sicuro non sono assolutamente scusabili ben 5 sconfitte casalinghe (8 se si considerano le coppe) molte con avversarie decisamente alla portata (Empoli e Spezia su tutte). Infine il trittico che ha definitivamente annientato i sogni azzurri si è consumato nel mese di aprile con un solo punto nelle gare contro Fiorentina, Roma ed Empoli (una figuraccia storica). E questo ultimo aspetto chiama in causa almeno per le prime due partite la scarsa lettura in corso del tecnico andato in evidente confusione. Sia chiaro, Spalletti ha innegabili meriti. Alla sua prima stagione in azzurro ha compattato un ambiente che un anno fa era letteralmente distrutto dopo la beffa patita con il Verona costata il quarto posto. Inoltre aver promosso giocatori considerati rincalzi (a voler essere buoni) come Rrahmani e Lobotka che nella passata stagione il campo non lo avevano visto mai o quasi con Gattuso, ha dato alla squadra e alla società un valore aggiunto di non poco conto. Se oggi Lobotka è considerato un pezzo pregiato dello scacchiere azzurro e Rrahmani un punto fermo della difesa molto lo si deve all’attuale tecnico.

Il piatto invece piange nelle coppe e soprattutto in Europa League. L’eliminazione con la Fiorentina in Coppa Italia può anche essere accettata vista la formazione rimaneggiata andata in campo e in mezzo a tantissimi impegni molto ravvicinati, ma non si possono avere scusanti in Europa. E non tanto per essere usciti dal Barcellona che nel doppio confronto ha dimostrato di essere più forte, ma per non essere riusciti a vincere un girone che avrebbe portato gli azzurri direttamente agli ottavi e quindi senza doversi confrontare con i catalani. Due sconfitte contro i modesti russi dello Spartak Mosca non si possono accettare e anche il ranking europeo degli azzurri è peggiorato. Il Napoli sarà inserito in terza fascia e la possibilità di doversi confrontare in un girone di ferro nella prossima Champions League è molto concreta. Chiusa la stagione adesso e per circa tre mesi il campo lascerà il passo al mercato e bisognerà capire cosa intenderà fare la società. Sono diversi i punti importanti da discutere. Preso il georgiano Khvicha Kvaratskhelia, hanno invece chiuso la loro esperienza al Napoli il capitano Insigne e l’algerino Faouzi Ghoulam. Sono da definire le posizioni di Ospina e Mertens in scadenza di contratto a fine giugno.

Poi si navigherà a vista con la società che prenderà in considerazione le possibili offerte per i pezzi pregiati della rosa azzurra. Di sicuro se dovesse partire qualcuno Giuntoli sarà chiamato a prendere un adeguato sostituto come detto dal tecnico nelle ultime conferenze stampa. Serve programmare al meglio per ripartire di slancio, due anni fa il Napoli chiuse settimo, l’anno scorso quinto, quest’anno terzo: se la progressione si dovesse rispettare…

 

Antonio Procopio

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