Cuore, coraggio ed intelligenza sono le qualità che Carlo Ancelotti ha indicato come ingredienti primari per tentare quella che si presenta come un'impresa. Il Napoli scende in campo al San Paolo contro l'Arsenal nell'incontro di ritorno dei quarti di finale di Europa League e per guadagnare l'accesso al turno successivo dovrà ribaltare il 2-0 incassato la settimana scorsa a Londra. Il tecnico emiliano rompe gl'indugi fin dall'inizio e si affida all'assetto spesso utilizzato in Champions con la difesa a tre e mezzo che prevede l'inserimento di Chiriches accanto a Koulibaly con Maksimovic terzino destro  e la possibilità di avanzare sulla linea dei centrocampisti per Ghoulam in fase di possesso. Zielinski gioca accanto ad Allan mentre Fabian Ruiz si sposta a sinistra e Insigne affianca Milik nel tandem d'attacco. Emery conferma il 3-4-1-2 dell'andata nel quale Aubameyang e Lacazette compongono la coppia d'attacco.

Non riesce l'impresa ai partenopei che perdono anche al ritorno con il minimo scarto e concedono il passaggio in semifinale al blasonato avversario, atteso ora dal doppio confronto con il Valencia che, a sua volta, ha eliminato il Villarreal. A decidere le sorti del confronto la rete messa a segno su calcio di punizione dal limite dell'area dall'attaccante francese che al trentaseiesimo minuto approfitta del piazzamento sicuramente non irreprensibile tenuto  nella circostanza da Meret, bravo poi a riscattarsi con un intervento decisivo nella ripresa.

Gli azzurri giocano una gara sul piano della prestazione certamente non negativa ma devono recriminare per l'assoluta mancanza di concretezza negli ultimi sedici metri che impedisce loro d'impensierire Cech. Preoccupante il fatto che nel momento cruciale della stagione diversi elementi cardine della squadra siano venuti meno nel momento chiave della stagione, dato su cui allenatore e società potranno riflettere per programmare insieme il futuro.