In una competizione a squadre il momento del debutto dei campioni in carica viene sempre atteso con grande curiosità. La Germania, vincitrice in Brasile nel 2014 grazie al successo  di misura ottenuto  ai supplementari nella finalissima contro l'Argentina, debutta nel mondiale di Russia 2018 affrontando, allo stadio Luzhniki di Mosca,il Messico nell'incontro che apre le ostilità per il girone F. Loew opta per il 4-2-3-1 nel quale Werner agisce come attaccante centrale, sostenuto nella sua azione dalla linea dei trequartisti Ozil-Muller-Draxler; sul versante opposto Osorio adotta il medesimo assetto tattico scegliendo il trio Vela-Lozano-Layun nella linea che agisce dietro al Chicharito Hernandez, schierato come riferimento avanzato. Al termine di una contesa giocata su ritmi frenetici e nella quale l'intensità agonistica tocca soglie elevatissime la selezione in maglia verde supera 1-0 i campioni in carica e conquista tre punti più che meritati. La partita risulta gradevole fin dalle prime battute grazie alla comune volontà delle due contendenti di misurarsi a viso aperto.

La Germania prova a prendere possesso della partita e si proietta nella metà campo avversaria ma a rimediare un figurone è la compagine messicana, compatta, corta e ottimamente disposta sul terreno di gioco, capace di chiudere i varchi alle avanzate avversarie per poi colpire in maniera improvvisa sfruttando le verticalizzazioni che innescano la velocità del reparto avanzato. I centroamericani mettono in crisi la mediana tedesca con un pressing ossessivo che complica notevolmente il lavoro di Kroos e Khedira. A schiodare l'iniziale situazione di parità provvede Lozano che al trentacinquesimo controlla l'assist di Hernandez con il sinistro, dribbla il suo marcatore e fulmina Neuer con il destro in diagonale a fil di palo.

La reazione teutonica si concretizza tre minuti dopo ma la parabola disegnata dal centrocampista del Real su calcio da fermo viene deviata sulla traversa da Ochoa. Nella seconda frazione la sfida non cambia canovaccio tattico ed il ritmo non cala. L'undici in maglia bianca si riversa nella trequarti avversaria creando più di una situazione pericolosa ma non impegna l'estremo rivale in interventi degni di nota e appare evidente la mancanza di equilibrio tattico tra i giocatori, accentuata dalle sostituzioni che, sia pur per necessità, sbilanciano ulteriormente la squadra. La Tricolor si difende con buon ordine, cala il livello d'intensità rispetto ai primi quarantacinque minuti ma spreca più di una delle occasioni costruite grazie ai micidiali contropiedi.