napoleggiamo
up
home

19/10/2017

Cinema: ‘Loving Vincent’, il documentario su Van Gogh

Cinema: ‘Loving Vincent’, il documentario su Van Gogh

Dal 16 ottobre al 18 ottobre nelle sale italiane è stato in programmazione ‘Loving Vincent’, un documentario… dipinto a mano! È un’opera unica nel suo genere e già solo per questo andrebbe vista. La coppia di registi Dorota Kobiela e Hugh Welchman sorprendono gli spettatori con una pellicola dedicata al celebre pittore olandese Van Gogh, o meglio alle sue tele, al suo estro e all’inconfondibile stile. Proprio le opere del pittore sono la trama e i luoghi del film. In altre parole, la potenza espressiva dei volti e delle figure dipinte dall’artistica sono la tavolozza della sceneggiatura. Lo stesso Van Gogh non è altro che la raffigurazione e trasposizione digitale dell’autoritratto che realizzò. Le vicende iniziano in Francia, a Parigi, quando durante l’estate del 1891 Armand Roulin riceve dal padre un’epistola da consegnare al Theo, fratello del pittore Vincent Van Gogh, che non si trova più. A questo punto inizia per il giovane Armand un viaggio alla ricerca del destinatario della lettera che è anche e soprattutto una peregrinazione dello spettatore trai luoghi della vita dell’artista. Ci sono le scene delle strade che hanno ispirato i suo ritratti della Parigi di oltre un secolo fa, ci sono i volti che lo hanno ispirato. Ed essendo il film fedele alla trama della biografia del protagonista, c’è anche il triste momento del suicidio, quello in cui una pistola ha posto fine al suo folle viaggio trai volti e le forme dei posti e della gente che lo circondava. All’inizio lo spettatore potrà sentirsi in difficoltà nell’entrare in un contatto visivo continuo con i quadri, pensare che quelle immagini sono il modo in cui Van Gogh vedeva il mondo.

Scorrono davanti agli occhi circa cento quadri, uno più bello e significativo dell’altro. Ad un certo punto sarà piacevole sentirsi immersi in una realtà liquida, mutevole, caratterizzata fondamentalmente di colori più vivi di quelli ai quali oggigiorno siamo abituati a frequentare nel quotidiano. La strada, i luoghi cittadini sono semplici dell’essenza dei protagonisti delle tele, i volti sono un susseguirsi di pennellate mai uguale neppure quasi a se stesse. L’atmosfera onirica, un po’ fantastica ma spessa di sentimenti cupi, accompagna la vista in un percorso di conoscenza inedito che accosta la pellicola ad un genere di animazione. Ma non un comune film di animazione. Questo piccolo capolavoro è un’opportunità per tutti.

Non capita tutti i giorni, infatti, di vedere tanti quadri di Van Gogh e poi così sapientemente accostati. Avvicina i piccoli appassionati del bello alla migliore conoscenza di una delle personalità più difficili di un’epoca oramai lontana e da una parte ne consente la riscoperta, dall’altra rispolvera quel senso di innovazione che terrà il pittore olandese saldo al fuggire del tempo. Il documentario ha riscosso un ottimo successo di critica e al cinema si vedono spettatori delle più disparate fasce d’età. È questa una scommessa vinta dai registi che cercano di portare il messaggio dell’arte in giro come messaggio universale, e una riconferma che il genio creativo consegna vita e genera altra vita in chi lo riceve.

 

Annalisa Davide

twitter

Spazio Sponsor: