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12/10/2017

Cinema: 'Una famiglia', con Micaela Ramazzotti e Patrik Bruel

Cinema: 'Una famiglia', con Micaela Ramazzotti e Patrik Bruel

Un film ispirato non ad una ma a tante storie vere. Si parla di ‘Una famiglia’, la seconda pellicola firmata da Sebastiano Riso, con Micaela Ramazzotti e Patrik Bruel. È la storia di un amore possessivo, di un rapporto coniugale squilibrato che pesa troppo dalla parte di lui che tiene a laccio il cuore di lei. E forse non solo il cuore, i sentimenti reciproci, ma anche il corpo. Maria e Vincenzo, questi i nomi dei due protagonisti, sono una coppia che vive una quotidianità oscura, infernale e ripetitiva. Partecipano al traffico illegale dei bambini destinati alle adozioni. Prima li concepiscono, poi, appena una coppia è disponibile ad una “adozione in nero”, vendono il neonato. 

Ma il film non si concentra sul dato, seppur evidente, che parla di un preoccupante mercato nero di bambini e di affitti dell’utero illeciti. Piuttosto, come ricorda il titolo, sviscera il significato profondo di famiglia, oggi; s’interroga su che tipo di istituzione sia anche per le generazioni future.  Maria però decide di interrompere questo che potrebbe tragicamente sembrare solo un processo riempimento e svuotamento di sè. È lei che dà il via ad un doppio piano narrativo, quello dell’intreccio e quello metaforico. Maria si ribella al suo compagno carceriere. È chiaro sempre di più a mano a mano che il suo corpo è usato, abusato e usurato.  Non vuole più essere una scatola insensibile al suo destino. Questo cambiamento la metterà a dura prova.

Dall’inizio alla fine i diversi piani della narrazione sono tenuti insieme dalle atmosfere e dalla fotografia dai colori gelidi. L’aria è morta, pesante, e i protagonisti la respirano venendo sempre più risucchiati dall’abisso delle proprie coscienze.  Non è certamente un capolavoro, alle volte marca troppo i contorni dei profili dei personaggi; riesce però a trasmettere lo stesso freddo nelle vene che sembra affliggere i personaggi. E in alcune immagini si rispecchieranno molti spettatori che avranno già inghiottito il magro ‘no’ dello stato nell’autorizzazione ad adottare, perché omosessuali o single, ma non solo questo

Micaela Ramazzotti si conferma uno dei volti preferiti da Riso, che la portò sul grande schermo anche con ‘Più buio di mezzanotte’.  L’attrice romana tuttavia non è nuova all’interpretazione drammatica di ruoli materni.  Già con i registi Virzì e Archibugi ne ha dato una lunga prova.  E lei stessa ne parla con ferma intenzione di proseguire in questa passione per le eroine di tutti i giorni e a proposito delle quali ha detto: «Le madri le rincorro, più sono disperate, disgraziate e vengono da mondi subalterni più le voglio fare. Le cerco, mi sento portavoce di loro.» È un film per genitori ma anche per figli, ed è arrivato secondo alla 74° edizione del Festival del Cinema di Venezia.

Annalisa Davide

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