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25/09/2015

Cinema: Inside Out, geniale viaggio attraverso le emozioni firmato Disney Pixar.

Cinema: Inside Out, geniale viaggio attraverso le emozioni firmato Disney Pixar.

C’era grandissima attesa per Inside Out e ancora una volta Disney Pixar non ha deluso le aspettative, anzi ha realizzato uno dei suoi più brillanti lavori, avventurandosi in un mondo mai esplorato sinora, quello della psiche. L’impronta dei creatori di Up si vede tutta nel nuovo film di animazione digitale, che è stato confezionato nei minimi particolari per raggiungere trasversalmente ogni fascia d’età, con elementi che risultano accattivanti per i bambini e contenuti che fanno riflettere gli adulti. Ed emozionano.

Del resto è proprio di emozioni che si parla in Inside Out e se ne parla direttamente dall’interno della mente di chi le prova, una ragazzina di 11 anni, la cui vita è stata sempre spensierata e felice. Due genitori amorevoli, una bella casa, i giochi e gli scherzi, l’amore per l’hockey, l’amica del cuore. Ma come per tutti, accade qualcosa che segna un passaggio chiave nella vita di Riley, un improvviso trasloco che la porta lontano dal suo amato Minnesota: direzione San Francisco. E iniziano i primi problemi: la delusione per le aspettative infrante di una casa da sogno, i problemi di ambientazione a scuola, la mancanza delle vecchie amicizie, le tensioni familiari. Tutto si ingrigisce, la bimba diventa apatica e scostante, sembra aver perso in un attimo tutta la gioia e la spensieratezza della sua età e finisce col progettare una fuga da casa. Ma cosa succede all’interno della sua mente? Come agiscono le sue emozioni a questo trambusto esterno e come hanno “funzionato” sino a quel momento?

È stata Gioia a guidare per 11 anni, con risultati straordinari, un efficientissimo team di emozioni composto da Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura, personaggi buffi che, con le loro caratteristiche, vivono e interagiscono nel cervello di Riley e ne controllano i comportamenti attraverso una console, in una struttura ad alto tasso di precisione. Se la felicità della ragazzina è sempre stata la missione di Gioia, non meno importanti sono state quelle di Paura, che l’ha difesa dai pericoli, di Disgusto, che ne ha definito i gusti (a Riley non piacciono i broccoli!) e di Rabbia, che le ha insegnato a reagire. E Tristezza? Sino a quel momento in disparte, arriva finalmente anche il suo momento di partecipare all’emotività di Riley e lo fa combinando un grosso guaio. Contamina infatti i ricordi “base” della ragazzina, quelli da cui è sempre dipesa la sua felicità, che a questo punto è seriamente in pericolo. Gioia non sta a guardare e tenta in ogni modo di rimediare, ostinata com’è a garantire a Riley di essere felice per sempre. Le due emozioni si perderanno tra i labirinti della mente e faranno un fantastico viaggio, nel corso del quale incontreranno, tra gli altri, un simpatico personaggio, l’amico immaginario di Riley, Bing Bong, che le aiuterà a ritrovare la strada, mentre nel “quartier generale” Paura, Disgusto e Rabbia, non sapendo gestire da soli l’emergenza, vanno in tilt. Gioia e Tristezza, pur così diverse, si riscoprono entrambe necessarie alla nuova vita della ragazzina e il loro ritorno a “casa” le vedrà cambiate per sempre, così come del resto lo sarà Riley.

Guardare Inside Out è fare un tuffo nella fantasia tipica dell’infanzia; si rimane a bocca aperta per l’originalità con cui la mente umana è stata immaginata e realizzata graficamente, affascinano i colori, le atmosfere, i personaggi. Inside Out è un continuo ping pong tra il mondo esterno e quello interiore, una lente di ingrandimento su quel ponte che sottilmente ma tenacemente collega gli eventi della vita con le emozioni che proviamo e che determinano i nostri comportamenti, le nostre risposte alla vita stessa. È il tentativo-riuscito a pieni voti-di dare un nome alle nostre emozioni, a partire da quelle più semplici, quelle che caratterizzano la nostra infanzia, lasciando presagire come, crescendo, le emozioni divengano più complesse e strutturate, dopo essere passate attraverso il subbuglio e la confusione della pubertà. È un viaggio colorato ed entusiasmante attraverso il funzionamento della psiche, tra le paure del subconscio (vi dice qualcosa la paura dei clown?), i desideri (non c’è limite al potere di un bambino di immaginare), il potere di astrazione della mente, l’attività onirica, degna di una vera e propria casa di produzione cinematografica e tra i ricordi.

Tra questi ci sono quelli durevoli, che ci accompagnano per la vita, quelli che si perdono nell’inconscio, quelli che vengono recuperati all’occorrenza e quelli, i primissimi della vita, su cui si fonda la nostra struttura mentale, la nostra crescita, la definizione del sé, il saper stare nel mondo, la qualità dei nostri rapporti umani, a partire da quello con i nostri genitori. Inside Out insegna in modo geniale ai bambini e ricorda agli adulti-e forse ce n’era bisogno-una delle cose più semplici, quasi scontate, ma più importanti della vita: le esperienze tristi sono quelle che realmente ci fanno crescere, che ci equipaggiano per la difficile vita adulta.

E come di consueto nei film Disney Pixar, non solo troviamo libero sfogo alla fantasia e messaggi di vita da portare a casa, ma ci sono anche tante occasioni, soprattutto per gli adulti, per ridere. Una su tutte? Guardate nella scena finale come “agiscono” le emozioni nella mente di un gatto! Inside Out, un piccolo gioiello, assolutamente imperdibile.

 

Maria Marobbio

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