17/02/2015
I Queen e Adam Lambert protagonisti in Italia di un concerto memorabile

La scorsa settimana Napoleggiamo è andato in trasferta a Milano per un evento cui era impossibile mancare: il concerto dei Queen al Forum di Assago, che ha registrato, come prevedibile, il tutto esaurito. Due ore circa di quel rock dal profumo di immortalità che i Queen, come poche altre band, hanno saputo comporre e regalare, non solo ai propri fan, ma a chiunque ami la musica e la senta parte integrante della propria vita.
Due i membri originari del gruppo: Brian May e Roger Taylor, rispettivamente classe 1947 e 1949, che, dopo la morte del compianto Freddie Mercury, anima e voce ineguagliabile della band, hanno deciso di continuare a suonare ed esibirsi in giro per il mondo. Ad accompagnare chitarra e percussioni, è la voce di Adam Lambert, trentatreenne cantautore statunitense, resosi noto grazie al secondo posto conquistato nell’ottava edizione del talent show “American Idol”. Il giovane cantante dell’Indiana ha superato a larghi voti, a nostro avviso, la sfida musicale probabilmente più ardua della sua, seppur nascente, carriera: occupare su un palco quello che è stato il posto di Freddie Mercury.
Non solo, quindi, ha prestato la voce a decine e decine di successi conosciuti, cantati ed applauditi in tutto il mondo, dalle tonalità il più delle volte irraggiungibili persino a celebri colleghi, ma ha anche dovuto “tenere” il palco, coinvolgere il pubblico ed essere, inevitabilmente, sottoposto al paragone (già perso in partenza) con Mercury. L’intelligenza e la bravura di Lambert è stata proprio quella di essere parte integrante di un progetto e di uno show, senza la pretesa di volere fare da sostituto a Freddie Mercury, né tantomeno imitarlo.
Ne ha forse riprodotto alcuni vezzi, è vero, ma è doveroso dire che, come Mercury, è anche lui un personaggio del tutto sopra le righe, istrionico, carismatico, eccessivo nelle movenze e nell’abbigliamento. Immaginiamo che proprio queste caratteristiche, associate ad una voce straordinaria (destinata sicuramente a migliorare ancora) abbiano incuriosito a tal punto May e Taylor da voler realizzare il progetto di tornare in tour con un nuovo frontman, dopo l’esperienza degli scorsi anni con Paul Rogers, che pure aveva avuto un discreto successo.
Ma entriamo nel vivo del concerto. Ore 21 circa. I più attenti tra il pubblico avranno sicuramente riconosciuto le note della “ghost track” (strumentale) di Made in Heaven, preludio all’inizio dello show, che ha avuto luogo un quarto d’ora dopo all’incirca. Il Forum è in trepidante attesa, gli smartphone sono già pronti sulla linea di partenza, risuona l’intro inconfondibile di One Vision e finalmente esplode l’urlo del pubblico sulle prime, potenti note della chitarra di May, mentre l’enorme telo con lo stemma della band viene letteralmente risucchiato: si alza il sipario, ha inizio il concerto.
L’atmosfera che si respira nel parterre è emozionante, si canta, si balla, si urla, si ammirano a due passi di distanza gli amatissimi May e Taylor che, a dispetto dell’età, appaiono in forma straordinaria e carichi di una professionalità e una passione, che sono rimaste immutate nell’arco di 40 anni. May continua letteralmente a far parlare quella chitarra che egli stesso assemblò anni orsono, Taylor picchia duro sui suoi tamburi con l’energia di sempre. Lasciano senza parole la potenza e la “pulizia” del suono (complice evidentemente anche l’acustica del Forum) e rendono ancor più magico lo show le luci e la scenografia: una maestosa Q domina l’ampio palco, che si snoda con una passerella in mezzo al pubblico.
Maria Marobbio

Spazio Sponsor:
